La battaglia dei cieli tra Lombardia e Veneto finisce alla Corte Europea del Lussemburgo. Ieri, infatti, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della “Sacbo”, la società che gestisce l’aeroporto di Bergamo “Orio al Serio”, che contesta la concessione quarantennale dello scalo di Brescia Montichiari alla veronese “Catullo”, che controlla lo scalo di Verona-Villafranca e che, soprattutto, da circa un anno è entrata nel polo degli scali veneti guidato dalla “Save” dell’aeroporto “Marco Polo” di Venezia e del “Canova” di Treviso.
Uno scontro tutto leghista, visto che a Palazzo Balbi il governatore è Luca Zaia ed al Pirellone è Roberto Maroni e che vede contrapposti ramai chiaramente due sistemi aeroportuali: quello di Malpensa, Linate e Bergamo e quello di Verona, Venezia e Treviso. Il “D’Annunzio” di Montichiari diventa quindi campo di battaglia nel confronto tra i due principali poli aeroportuali del Nord Italia. Il Consiglio di Stato, si è pronunciato sul ricorso presentato nel 2013 da Sacbo, mentre Abem, la società costituita dai soci bresciani Aib, Camera di Commercio e associazioni di categoria aveva ritirato il suo appello puntando ad un accordo con il Catullo, ed ha sentenziato che l’affidamento della concessione quarantennale per Montichiari, data direttamente alla veronese Catullo ancora all’inizio del 2014, richiede una gara europea e che sulla questione decida quindi la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
«Al momento non cambia assolutamente nulla ed il Catullo continuerà a gestire Montichiari quanto meno fino alla gara europea, se questa vi dovrà essere – assicura il presidente dell’aeroporto veronese, Paolo Arena -. Stiamo studiando in queste ore con i nostri legali come affrontare la questione. Tutte le sentenze vanno rispettate, ma è chiaro che qui si pone un problema politico. È, infatti, singolare che la concessione quarantennale di Montichiari venga messa in discussione in un Paese dove l’assegnazione iniziale o le procedure di rinnovo delle concessioni, dalle autostrade agli aeroporti, sono stati portati a termine quasi ovunque senza alcuna gara. Compreso il rinnovo dell’affidamento per la concessione sullo scalo di Bergamo gestito dalla Sacbo».