La società di gestione dell’aeroporto di Verona Villafranca, la “Catullo Spa”, ha chiesto nei giorni scorsi la mobilità per 28 lavoratori. A renderlo noto sono stati oggi Vincenzo D’Arienzo, deputato Pd, e Michele Bertucco, capogruppo Pd in consiglio comunale a Verona.
«Dei 49 lavoratori della holding dello scalo, attualmente a casa in cassa integrazione fino a gennaio 2016, una decina hanno trovato una diversa collocazione. Ne restano 39 da reimpiegare oppure per i quali chiedere un altro anno di Cassintegrazione, come chiarito dal Ministero del Lavoro. E invece? 28 di questi saranno licenziati – dicono D’Arienzo e Bertucco -. Qualcosa non torna: si promettono decine di milioni di investimenti, il raggiungimento di 4 milioni di passeggeri entro pochi anni e la sottoscrizione di accordi per insediare nuove rotte commerciali su Verona. Insomma, si fa apparire un quadro ottimale per un rilancio dello scalo dopo anni di sofferenze che, peraltro, persistono nonostante i cambi societari. E poi si riducono i lavoratori motivando la decisione con le difficoltà economiche in cui versa il Catullo».
«Nella lettera di avvio del percorso di mobilità, la società chiarisce che come nel passato anche nel 2015 le cose andranno male, con riduzione di ricavi e passeggeri. Sempre peggio. Come avevamo esposto nel nostro dossier, i problemi non sono stati risolti, anzi sono peggiorati – afferma D’Arienzo -. Nel silenzio dei soci, il nostro Aeroporto sta precipitando sempre più in basso. La nostra speranza, che non è venuta meno, è che investimenti e nuovi vettori possano invertire la tendenza. La cosa migliore da fare è rinnovare la Cassintegrazione per un altro anno e valutare gli esiti delle promesse fatte».