Il Parmareggio si mangia il Grana Padano prendendosi l’Agriform di Verona. Fatto l’accordo di fusione tra il colosso modenese del Parmiggiano Reggiano (2000 dipendenti ed oltre 1 miliardo di fatturato) e l’Agriform, cooperativa di Sommacampagna di Verona (150 milioni di euro di fatturato e oltre 1000 soci) leader col 65% del mercato del Grana Padano.
Il patto è stato firmato ai primi di novembre dai due presidenti Domenico Basso di Agriform e Ivano Chezzi di Parmareggio, e prevede la nascita dal 1° gennaio 2021 di una nuova società che si andrà a costituire e che avrà un fatturato di circa 580 milioni di euro, di cui 170 prodotti dall’export.
L’obiettivo è chiaro e si fonda su due strategie: una del gruppo modenese Bonterre a cui fa capo Parmareggio che punta a costruire la più importante realtà italiana del settore con il controllo delle quote delle due principali Dop italiane dei formaggi: il Parmiggiano Reggiano Dop ed il Grana Padano Dop, utilizzando la struttura logistica e commerciale di Agriform.
L’altro della cooperativa veronese che da una parte apre ai suoi soci produttori, tra i quali le maggiori stalle del Veneto, a partire dalla LatteBusche di Belluno guidata da Basso che è anche presidente di Agriform, la filiera di alto valore del Parmiggiano Reggiano Dop; e dall’altra farà del centro logistico-distributivo di Verona di Agriform, a due passi dal casello autostradale di Sommacampagna della Serenissima e dall’Aeroporto Catullo, il nuovo centro intermodale di questo megagruppo del formaggio che nascerà dalla fusione.
Agriform, oggi, da questa struttura movimenta ogni anno circa 350.000 forme di Grana Padano, 40.000 di Parmigiano Reggiano, 200.000 di Asiago ed oltre 120.000 tra Piave, Montasio e Monte Veronese.
Sarà una fusione per incorporazione, come si dice tecnicamente, dove è il Parmareggio a fare la parte forte. Mantenendo e garantendo però continuità e posti di lavoro nell’azienda veronese.