È un grido di allarme quello che viene dall’assemblea annuale di Confagricoltura Veneto che si è tenuta oggi alla presenza dei presidenti e dei delegati provinciali. Il presidente Lodovico Giustiniani ha fatto il punto sull’ultimo anno di attività e sulla situazione in cui si trova non solo l’agricoltura veneta ma l’intero comparto produttivo.
«Prima il Covid, poi la crisi Ucraina che ad inizio della primavera ha immediatamente determinato un rincaro delle materie prime e ora la siccità che porta con sé la peggiore crisi idrica degli ultimi 70 anni. Le scarsissime precipitazioni nel periodo invernale e primaverile, oltre al caldo torrido di questi ultimi giorni, ben al di sopra della media stagionale, stanno creando una situazione di estrema gravità per l’approvvigionamento idrico con forti interessamenti per il comparto agricolo. La situazione peggiora di giorno in giorno e per quello che ci riferiscono i nostri soci la siccità potrebbe mettere a rischio sino al 50% della produzione», ha chiarito Giustiniani.
Un dato che spaventa, vista anche la carenza di prodotto che con la guerra tra Russia e Ucraina sta diventando sempre più evidente e che ha portato il presidente della Regione, Luca Zaia, a dichiarare già lo scorso 3 maggio la crisi idrica sull’intero territorio veneto. «È necessario a questo punto che il Governo nazionale dia ascolto alle richieste della nostra Regione – ha detto il presidente di Confagricoltura – e dichiari lo stato di emergenza al fine di valutare ogni possibile azione di carattere urgente e straordinario finalizzata al superamento della situazione dell’attuale situazione valutando anche la possibilità di prevedere un adeguato sostegno economico al fine di assicurare l’attuazione di quegli interventi urgentemente necessari per garantire la pubblica incolumità, il ripristino dei danni subiti dal patrimonio sia pubblico sia privato e le normali condizioni di vita della popolazione».
«Non dobbiamo dimenticare – conclude Giustiniani – che il perdurare della situazione siccitosa e la conseguente emergenza idrica può determinare gravi ripercussioni sulla vita sociale, economica e produttiva, nonché’ comportare un grave pregiudizio per la sanità e l’igiene pubblica».