Dai droni ai robot, punta sull’innovazione la 112ª edizione di Fieragricola che apre oggi i battenti a Verona (proseguirà fino a sabato 6 febbraio). E guarda all’internazionalizzazione con il focus sull’Africa, vista come opportunità di business per gli oltre 1.000 espositori presenti in fiera.
La rassegna aprirà con il convegno “Sostenibilità e innovazione per l’agricoltura del futuro”, in programma alle 10,30 con presente il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina. «La manifestazione proporrà molte novità tecnologiche, finalizzate a incrementare la produttività, le rese in campo, nel rispetto dell’ambiente – dichiara il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese – declinate nei comparti della meccanica agricola, zootecnia, energie da fonti rinnovabili». Come ad esempio il robot da mungitura presentato dalla “Enne Effe” di Cremona che ha un braccio meccanizzato, munito di telecamera in 3D, in grado di dimezzare i tempi per ogni singola bovina; il drone “Tricodron” della francese De Sangosse (con filiale italiana ad Abano Terme nel Padovano) capace di lanciare dall’alto capsule con uova di insetti ausiliari nella lotta alla piralide del mais; il pilota automatico per i trattori della milanese “Arvatec”; l’apparecchiatura “Attila” della veronese “Caffini” per il diserbo di vigneti e frutteti che utilizza un getto di acqua ad oltre 1.000 bar di pressione. Sempre sul fronte dell’innovazione, inoltre, Confagricoltura Veneto presenterà “Aria”, un’organizzazione no profit che promuoverà la ricerca scientifica con il supporto delle università di Padova e Udine e il Ministero delle Politiche agricole.
Un settore che in Italia vale 1,4 milioni di aziende e 1,1 milioni di occupati. Come racconta l’indagine di “Fieragricola” che verrà presentata alla manifestazione e che parla di previsioni di investimento da parte delle aziende per il prossimo triennio fra i 50.000 ed i 600.000 euro, sfruttando le risorse della Politica agricola comune (Pac) e dei Programmi di sviluppo rurale, già partiti. Per l’Italia si parla di una dote di 52 miliardi di euro fino al 2020.