Niente stipendio a marzo e la tensione, se possibile, tra personale e direzione della Fondazione Arena di Verona è ancora più alta. Ieri, infatti, con una lettera il sovrintendente areniano, Francesco Girondini, ha comunicato che «stante il perdurare della situazione di illiquidità, oggi la Fondazione comunica di non essere nelle condizioni di liquidare puntualmente le spettanze del mese di marzo 2016. Sarà nostra cura informare prontamente i lavoratori circa la tempistica relativa al suddetto pagamento».
Questo, nel pieno del marasma areniano con il Consiglio generale della Fondazione presieduto dal sindaco Flavio Tosi che, dopo il “no” dei dipendenti all’accordo sul rinnovo dei contratti per diminuirne i costi, ha chiesto al ministro dei Beni Culturali la messa in liquidazione dell’ente lirico ed il licenziamento dei 300 dipendenti. Con il Comune di Verona pronto ad organizzare direttamente il festival lirico che dovrebbe partire il 24 giugno.
Come hanno visto la lettera i rappresentanti sindacali sono corsi nell’ufficio di Girondini. Per sentirsi però rispondere via mail con un seccco «vi invito a concordare con la Delegazione Aziendale, composta dall’avvocato Francesca Tartarotti e dal professor Giampiero Sobrino, i tempi e le modalità dell’incontro richiesto». Ma non solo, a far letteralmente andare in bestia i sindacati è stato scoprire, poco dopo, che il sovrintendente aveva rilasciato una dichiarazione all’Adnkronos nella quale spiega che «nel giro di pochi giorni dovremmo ricevere dal Mibact l’anticipo del Fus 2016 con il quale pagheremo gli stipendi di marzo».