Tutto è partito da un esposto anonimo ricevuto dai Carabinieri a metà settembre e inviato da parte degli abitanti di un condominio di via Toffaletti. Questi denunciavano la presenza di donne che offrivano prestazioni sessuali e lamentavano per i rumori a tutte le ore conseguenti al continuo via vai di persone.
Le indagini dei Carabinieri della stazione “Verona principale” hanno portato prima ad individuare l’appartamento nel quale si esercitava l’attività di prostituzione, e quindi il 27 ottobre all’arresto aai domiciliari di una donna brasiliana per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
La donna D.C.O.A., 21 anni, residente a Tregnago, aveva affittato e predisposto il locale al solo scopo di farne una vera e propria “casa chiusa” a disposizione delle prostitute che vi chiedevano d’accedere, percependone parte del denaro: luci soffuse, tendaggi dai colori caldi, candele, profumi, creme e oggetti vari. Il menu delle prestazioni con il relativo tariffario era sul sito internet. È emerso, sentendo i vari clienti, che le prostitute si alternavano nell’abitazione, e non erano mai le stesse che si vedevano sulle foto del web. Inoltre, consapevole dell’attività che veniva svolta all’interno del suo appartamento, la brasiliana era l’intestataria di tutte le utenze nonché dei cellulari utilizzati per prendere gli appuntamenti, e il suo nome compariva sul citofono.