
Ora manca solo l’ok definitivo della Banca centrale Europea. Ieri, infatti, entrambi i consigli di amministrazione del Banco Popolare della Banca Popolare di Milano hanno approvato il progetto di fusione che prevede la costituzione di una nuova società bancaria capogruppo nella forma di società per azioni. Una realtà che sarà il terzo operatore bancario in Italia con una rete di 2.500 sportelli (quota di mercato superiore all’8%) con una posizione di leadership in Lombardia (1° con quota di mercato superiore al 15%), in Veneto (3° con una quota di mercato superiore al 9%) e in Piemonte (3° con una quota di mercato superiore al 12%), contando su oltre 4 milioni di clienti e posizionamento di eccellenza in aree di business ad elevata crescita e redditività, tra cui Asset Management, Private Banking, Corporate & Investment Banking, Bancassurance e Credito al Consumo.
Il piano prevede «la significativa generazione di valore sia per gli azionisti del Banco Popolare sia per gli azionisti di Bpm», in primo luogo attraverso «sinergie ante imposte stimate in euro 365 milioni a regime nel 2018 di cui euro 290 milioni di sinergie da costi e euro 75 milioni di sinergie da ricavi».
La nuova banca vedrà la partecipazione al capitale per il 54% da parte degli azionisti del Banco Popolare; e
per il 46% per quanto riguarda gli azionisti di Bpm. «Tali rapporti di partecipazione presuppongono l’avvenuta esecuzione di un aumento di capitale di euro 1 miliardo da parte del Banco Popolare, da eseguirsi prima delle assemblee chiamate a deliberare sulla fusione», dice la nota congiunta dei due Cda. Il nuovo istituti vedrà due direzioni, una a Verona ed una a Milano. La sede legale sarà a Milano e la sede amministrativa sarà a Verona.
Ora, dopo il via libera della Bce, la parola torna ai soci delle due banche per l’approvazione finale della fusione nelle due assemblee straordinarie previste entro il 1° novembre con efficacia della fusione entro dicembre.