«Non vorrei che qualche responsabile della sanità regionale tirasse un sospiro di sollievo davanti alla notizia che il batterio, che ha ucciso e colpito gravemente un centinaio di neonati nell’ospedale veronese di Borgo Trento, forse si annidava in un rubinetto. Se per tre anni dall’impianto idrico del reparto di Neonatologia, nuovo di zecca, ha continuato a diffondersi un batterio mortale, vuol dire solo una cosa: non sono stati fatti i controlli costanti che anche solo il buon senso suggerirebbe».
A dirlo, Manuel Brusco, veronese, consigliere regionale uscente e ricandidato del Movimento 5Stelle: «Non diamo la colpa al personale sostenendo che avrebbe dovuto usare acqua sterile: è da film dell’orrore che per tre anni l’acqua potabile in un ospedale fosse contaminata – accusa Brusco -. Le istituzioni sono fatte per assumersi le proprie responsabilità e quindi Ulss, Azienda ospedaliera e Regione diano risposte immediate».