«Chiederemo alla Prefettura e al Comitato di sicurezza di nominare una Commissione di accesso al Comune di Verona e magari anche in altri Comuni veronesi che hanno visto il verificarsi di fatti inquietanti». Ed ancora: «Qualsiasi altra amministrazione comunale nelle condizioni di quella di Verona avrebbe subito la proposta di scioglimento per infiltrazioni mafiose».
Lo hanno detto l’onorevole Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia del Parlamento, ed il vicepresidente della commissione, Claudio Fava, alla fine del vertice della Commissione Antimafia che oggi a Verona, in Prefettura, ha sentito il procuratore capo di Verona, Mario Giulio Schinaia; i vertici provinciali delle forze dell’ordine; rappresentanti di associazioni di categoria, ed il presidente della Camera di Commercio scaligera, Giuseppe Riello.
Dichiarazioni che subito in città sono piombate come una tempesta. Immediata è arrivata la replica del sindaco Flavio Tosi: «Le affermazioni fatte dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia mi sembrano francamente strampalate, e si inseriscono nel clima della campagna elettorale. Né il sottoscritto, né alcun amministratore o dirigente comunale è indagato per le ipotesi avanzate dalla Bindi. Quindi la richiesta della Commissione, più che ridicola è penosa».
Di diverso avviso la parlamentare veronese dei Cinque stelle, Francesca Businarolo: «Siamo soddisfatti che la Commissione Antimafia sia giunta alla nostra stessa conclusione. Gli elementi sono tanti e tali che un altro Comune sarebbe stato già sciolto da tempo. Già due anni fa presentai un’interrogazione in tal senso».
«Dagli elementi che abbiamo raccolto – ha detto Bindi – ci sentiamo di chiedere l’istituzione al prefetto di una commissione di accesso agli atti del Comune di Verona. Ma non solo, ci sono stati alcuni episodi avvenuti a Isola della Scala, Affi e Nogarole Rocca, come incendi e altro, che evidenziano il pericolo di infiltrazione mafiosa. D’altronde, è nei fatti che Verona è la provincia più fragile del Veneto, essendo zona di confine con la Lombardia, quarta regione ’ndranghetista d’Italia».
Tornando sull’ipotesi di nominare una Commissione d’accesso, l’onorevole Bindi ha ricordato che «è stata nominata anche per il Comune di Roma. Oggi le mafie sparano meno e corrompono di più e sanno penetrare nel tessuto dell’economia – ha avvertito Rosy Bindi -. E la Lombardia ha pagato caro il negazionismo di alcuni anni fa».
«Le Commissioni di accesso valutano i fatti, acquisiscono elementi. E questo non presuppone l’ulteriore atto che è quello della richiesta di scioglimento dell’amministrazione – ha chiarito il vicepresidente Fava -. Certo è che qualsiasi altro Comune nelle condizioni di Verona, con un vicesindaco condannato in primo grado a cinque anni per corruzione, un’impresa collegata a famiglie mafiose calabresi presente nei più importanti appalti, decine di inequivocabili reati “spia”, rapporti investigativi preoccupanti dei Ros di Catanzaro, avrebbe già subito la proposta di scioglimento per infiltrazioni mafiose».