
Terza ora di sciopero sindacale, alla Samo di Bonavigo, la multinazionale dei box doccia, con i dipendenti – sostenuti dalla Cisl – a picchettare davanti l’ingresso dello stabilimento con bandiere e megafono. La vertenza sindacale nasce, secondo gli organizzatori, dallo stallo raggiunto nelle trattative con la proprietà in merito all’aumento del cosiddetto “premio ferie”.
«Attualmente – spiega Simone Creston, rappresentante Rsu – è di 336 euro lordi l’anno e, considerando che ci sono altre aziende del territorio dove ammonta a 7-800 euro, abbiamo chiesto un innalzamento almeno a 400 euro, aumentabili anno per anno. La controproposta è stata di 350 euro, e abbiamo detto no. Inoltre chiediamo più sicurezza sul lavoro».
Il rappresentante sindacale Alessandro Pagani aggiunge: «Ai titolari è stata chiesta da parte nostra la disponibilità ad una trattativa, che è iniziata a ottobre, e un mese fa c’è stata proposta una cifra non adeguata, e da allora i discorsi si sono fermati. Quello che ci preoccupa è la totale indifferenza e chiusura, quando da parte nostra c’è la volontà di riaprire il tavolo, ma ovviamente a condizioni diverse».
Conclude il referente della Cisl, Fabrizio Creston: «Quest’iniziativa nasce anche perché c’è un problema: l’azienda è in costante calo, e temiamo che l’obiettivo sia quello di smantellarla. Negli ultimi 4 anni il numero dei dipendenti è calato di 50 unità. Anche per questo chiediamo alla proprietà di poter visionare i risultati degli ultimi due mesi, oltre a investimenti in qualità ed efficienza. Inoltre, vogliamo coinvolgere i sindaci dei due comuni dove vi sono gli stabilimenti, Roverchiara e Bonavigo, per l’apertura di un tavolo istituzionale».