«Quasi due anni per scoprire le cause del batterio killer all’ospedale di Borgo Trento: perché dopo il primo caso non è stata fatta immediatamente una bonifica complessiva di tutti gli ambienti, intervenendo anche su aria e acqua? Vogliamo vedere la relazione tecnica, non possiamo accontentarci dei resoconti usciti sui giornali, dopo che l’avevamo già chiesta in Commissione: oggi abbiamo dovuto rinnovare l’invito. Ci sono stati comunque dei ritardi oggettivi della sanità veneta e la Regione sul tema ha una precisa responsabilità politica: non si provi a scaricare tutto sul personale».
A ribadirlo, è la consigliera regionale veronese del Partito Democratico Anna Maria Bigon, candidata alle elezioni per Palazzo Ferro Fini del 20-21 settembre, dopo aver letto quanto emerso dalla relazione consegnata dalla Commissione ispettiva regionale: il Citrobacter si sarebbe annidato nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della Terapia intensiva neonatale per prendere l’acqua da dare ai neonati insieme al latte.
«Avevo presentato un’interrogazione lo scorso 3 agosto per conoscere gli esiti dell’attività ispettiva, rimasta inevasa. Perciò oggi, durante la seduta della commissione Sanità, ho ancora sollecitato l’assessore Lanzarin a fornirci una copia del documento: ha detto di inoltrare una richiesta formale al direttore generale Mantoan, cosa che ho fatto assieme al collega Pigozzo. Va fatta assoluta chiarezza e giustizia, perché ci sono quattro neonati morti: questo va ricordato sempre. Delle responsabilità si occuperà la Procura, ma già adesso possiamo dire che è gravissima la mancanza di igiene in un ospedale, a maggior ragione in un reparto ad alto rischio. E su questo punto la Regione non può chiamarsi fuori», sottolinea ancora Bigon.
«Quanto tempo ha il personale per pulire e sanificare ogni locale? Dipende dalle gare al ribasso con sempre meno soldi a disposizione? Le domande sono tante e dovranno trovare risposta – conclude Bigon -. Compresi i chiarimenti sui lavori fatti per il Punto natalità e la Patologia neonatale. Chi partorisce a Borgo Trento, così come nelle altre strutture del Veneto, ha il diritto di farlo in piena sicurezza».