«In data 26 novembre 2019 ho provveduto ad informare la direzione generale dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona dell’esistenza di tre casi di infezione da Citrobacter koseri».
Lo afferma oggi con una lettera inviata alla stampa il dottor Paolo Biban (nella foto), direttore fino a pochi mesi fa del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona. Dieci righe che smentiscono clamorosamente quanto affermato ieri sulla stampa veronese dal commissario e direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Francesco Cobello, che ha sostenuto « di essere venuto a conoscenza dell’infezione solo a partire da maggio 2020». Dichiarazioni che Cobello ha rilasciato addirittura per replicare alla relazione degli ispettori del Ministero della Sanità che invece accusano Cobello di «essere stato informato già dal dicembre 2019 della presenza di almeno un caso di Citrobacter Koseri».
E oggi a cercare di fare chiarezza, mentre sul direttore generale e commissario continuano a chiedere le dimissioni le mamme dei bambini morti per aver contratto il Citrobacter nell’ospedale veronese (4 vittime ed altri 96 neonati infettati, alcuni con conseguenze gravi) è intervenuto proprio il medico che era responsabile del reparto. Questa la lettera inviata ai giornale dal dotto Biban: