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29 Novembre 2023
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Castagnaro, emesse due interdittive antimafia per la “Veneta Autotrasporti” e la “S.G. Petroli”

Il prefetto di Verona, Salvatore Mulas

Sospetto di infiltrazioni mafiose a Castagnaro. Oggi, venerdì 18 maggio il prefetto di Verona, Salvatore Mulas, ha emesso due interdittive antimafia nei confronti di due imprese con sede a Castagnaro: la “Veneta Autotrasporti Srl” e la “S.G. Petroli Srl”, che, sebbene intestate a due prestanome, sarebbero riconducibili ad una famiglia di imprenditori di origine siciliana, già colpita in passato da altri provvedimenti interdittivi antimafia emessi dalle Prefetture di Milano e di Rovigo.

Si tratta della famiglia Diesi, i cui esponenti di spicco risultano i fratelli Franco, Salvatore e Giuseppe, originaria del Comune di Roccamena (Palermo) e da sempre attiva in vari campi imprenditoriali con particolare riferimento a quelli dell’edilizia e del movimento terra. Questi soggetti, a seguito di complesse vicende legate al coinvolgimento in procedimenti penali inerenti, fra l’altro, il reato di associazione di tipo mafioso, si è trasferita a metà anni 2000 in Veneto, rinnovando e moltiplicando la propria storica attività imprenditoriale, anche tramite i vari parenti.

Nello svolgimento di tale attività imprenditoriale, due fra le principali società afferenti alla famiglia Diesi, la Co.Ge.T S.r.l. di Canda (Rovigo) e la Tre Emme Costruzioni Generali S.r.l. di Badia Polesine (Rovigo), sono state raggiunte da informazione antimafia interdittive emesse dalle Prefetture di Milano e di Rovigo nel 2013 e nel 2014 e successivamente confermate dal Consiglio di Stato nel 2016, rilevando – tra l’altro – che ci si trova di fronte ad «una complessa e articolata rete di società (…) sia pure formalmente distinte ed intestate a soggetti formalmente privi di criticità» ma «in realtà sono organiche ad un più ampio disegno criminoso di elusione della normativa antimafia».

Gli accertamenti svolti dalla Prefettura di Verona, integrando le risultanze dell’attività di quella di Milano, hanno permesso di accertare la sussistenza del rischio di infiltrazione mafiosa, desunto da molteplici indici, fra cui: coinvolgimento di vari elementi della famiglia Diesi in un procedimento penale nell’ambito della quale sono emersi protratti ed indiscussi contatti e legami con il coindagato Bartolomeo Cascio, a capo della omonima famiglia mafiosa di Roccamena (posizione da lui sfruttata per “indirizzare” molti lavori sia pubblici che privati, anche alle imprese dei Diesi) e poi infatti condannato per associazione di tipo mafioso; ulteriore coinvolgimento di uno dei fratelli Diesi in un procedimento penale per detenzione illegale di una pistola con matricola abrasa; rapporti di affari e frequentazione con i fratelli Luigi e Stefano Impastato, dipendenti della Autotrasporti Caruso Srl (società poi colpita da ulteriore provvedimento interdittivo della Prefettura di Milano) e figli del pregiudicato Andrea Impastato, in rapporti con Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo; collaborazione dei fratelli Diesi ad associazioni antiracket, fra cui l’associazione Libero Futuro, recentemente esclusa dall’apposito elenco della Prefettura di Palermo proprio in virtù dall’accertato collegamento di molti associati con i fratelli Virga, le cui imprese sono state destinatarie di misura di prevenzione patrimoniale per i legami accertati con Cosa Nostra; collaborazione professionale dei fratelli Diesi, con Giuseppe Giglio e Cesare Muto, entrambi soggetti collegati alla ‘ndrina Grande Aracri operante in Emilia Romagna e poi infatti convolti nella imponente operazione Aemilia, venendo Giglio condannato per associazione di tipo mafioso; contatti dei fratelli Diesi, in ambito professionale, con nuovi soggetti pregiudicati, anche per associazione di tipo mafioso; connessioni, seppur indirette, dei fratelli Diesi con il pregiudicato per associazione di tipo mafioso Giuseppe La Rosa, le cui imprese (intestate al nipote prestanome) sono state recentemente destinatarie di informazioni interdittive della Prefettura di Verona e di Padova.

Tali indici di rischio di infiltrazione sono stati ritenuti sussistere anche nei confronti delle due società per le quali è scatta oggi l’interdizione, poiché, sebbene intestate a due prestanome, sono tuttavia risultate sotto la piena influenza della famiglia Diesi. Nell’arco di due anni e mezzo, pertanto, salgono a quindici le interdittive antimafia adottate dalla Prefettura di Verona.

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