Buche, tratti senza sponde che costeggiano fossati e progni, percorsi su assi dissestate o rotte. Sono i guai ed i pericoli rilevati dall’indagine effettuata dalla sezione di Verona della Federazione italiana amici della bicicletta sullo stato delle piste ciclabili del capoluogo. Con alcuni tratti veramente pericolosi.
«Le ciclabili cittadine sono usate ogni giorno da centinaia di persone per gli spostamenti di servizio o per il tempo libero. Poiché contribuiscono ad alleggerire l’area urbana da ulteriore traffico motorizzato e a promuovere uno stile di vita attivo e salutare nella popolazione, oltre che ad attrarre un turismo sempre più interessato da attività dinamiche, esse sono un prezioso bene pubblico che andrebbe tutelato e promosso – spiega Corrado Marastoni, del direttivo Fiab Verona -. Al contrario, da numerose segnalazioni di utenti e da sempre più frequenti episodi di cronaca si nota un progressivo lento degrado delle loro condizioni, che rende il loro utilizzo difficile se non impossibile e pericoloso. È inevitabile individuare la principale, se non l’unica, causa di questa situazione in una manutenzione a singhiozzo, che trascura gli interventi periodici di controllo e riparazione lasciando degenerare le cose per poi spesso attivarsi solo in presenza di incidenti o di clamore mediatico».
L’analisi fatta dalla Fiab veronese ha preso in esame ciclabile per ciclabile, e questi sono i risultati resi noti oggi dalla Federazione veronese degli amanti della bicicletta:
La ciclabile per Montorio soffre di periodiche rotture e cedimenti delle assi in legno usate per alcuni tratti sopra canali irrigui; gli interventi, anziché mirare a una soluzione complessiva solida ed affidabile con assi più resistenti e meglio assicurate a terra, si risolvono quasi sempre in piccole riparazioni locali e posticce, tra l’altro di non gradevole aspetto, nell’attesa dell’inevitabile prossimo guasto.
La ciclabile del Progno della Valpantena, che congiunge Borgo Santa Croce con Santa Maria in Stelle, molto frequentata da ciclisti e pedoni nel tempo libero, versa da tempo in cattive condizioni per progressivi cedimenti dell’argine che creano buche e crepe nel terreno, ma anche per le cadenti palizzate in legno che costeggiano il progno. La situazione è ben nota alle autorità locali che lo scorso 13 agosto hanno disposto un divieto transito nel tratto Via Fincato-Via Salgheri in vigore fino a che “non sarà cessata la situazione di potenziale pericolo”.
La ciclabile della sinistra Adige che dal Boschetto conduce fino ad Albaredo d’Adige, nel tratto compreso nel comune di Verona è spesso costeggiata per lunghi tratti da vegetazione selvaggia ad altezza d’uomo di cui non si provvede per tempo allo sfalcio: al di là dell’avvilente senso di trasandatezza, la percorribilità e la visibilità ne risultano compromesse.
La ciclabile che congiunge piazza Bra alla zona sud della città (Borgo Roma e Fiera) nel tratto lungo corso Porta Nuova è frequentemente invasa dalle auto che vi sostano a fianco, senza che si sia mai provveduto a una delimitazione fisica della pista; e nel tratto lungo viale Piave e viale del Lavoro è spesso caratterizzata da sporcizia e cattivo odore, un ben triste biglietto da visita della nostra città per chi voglia recarsi in Fiera in bici.
«Come associazione, interpretando i sentimenti di numerosi cittadini che quotidianamente percorrono queste ciclabili, rivolgiamo l’ennesimo appello all’amministrazione comunale affinché provveda con sollecitudine alla loro sistemazione e si faccia parte attiva verso gli enti titolari della gestione di altri tratti – conclude Luciano Lorini, vicepresidente di Fiab Verona -. Ma soprattutto auspichiamo che intervenga un deciso cambio di atteggiamento nei confronti di queste infrastrutture, che andrebbero manutenute con la stessa cura dedicata alle strade per la viabilità ordinaria».