
«Il Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona il 29, 30 e 31 marzo ha natura prettamente politica. Bene ha fatto il dipartimento di Scienze umane, assieme ad altri docenti, ricercatrici e ricercatori di ateneo, a sottolineare come le tematiche proposte nel convegno e le posizioni degli organizzatori siano, a oggi, prive di fondamento e non validate dalla comunità scientifica internazionale».
Lo afferma oggi con una nota il rettore dell’Università di Verona, Nicola Sartor, chiarendo: «Per questo, il 4 dicembre scorso, ho declinato la richiesta di utilizzo di spazi universitari per ospitare l’evento. Le aule vengono, infatti, concesse per ospitare iniziative di soggetti terzi all’università purché riconducibili a progettualità scientifiche sviluppate in comune con dipartimenti o docenti dell’ateneo stesso. In ogni caso è esclusa la concessione per manifestazioni con scopo di lucro, finalità politiche, commerciali o sindacali».
«L’università è un luogo di studio aperto al confronto scientifico fondato sulla libertà della ricerca e dell’insegnamento, nonché sui principi di uguaglianza e di solidarietà. Questo è dimostrato anche in questi giorni in occasione della settimana di azione contro il razzismo – conclude il rettore -. All’ingresso del chiostro di San Francesco è affisso un manifesto che riporta uno stralcio dello Statuto di ateneo per cui “l’università promuove il pluralismo delle idee e respinge violenza, discriminazione e intolleranza”».