Il Veneto rafforza il sistema dell’assistenza domiciliare ai pazienti in isolamento perché positivi al Covid-19. A tutti questi pazienti verranno distribuiti gratuitamente dei saturimetri per misurare il livello di ossigenazione del sangue e, a quelli con sintomi che ne avranno bisogno, sarà garantita l’ossigenoterapia a casa. È quanto stabilito nel protocollo approvato oggi, martedì 10 novembre, dalla giunta regionale e presentato nella conferenza quotidiana sulla situazione della pandemia dal presidente della Regione, Luca Zaia, affiancato dagli assessori Manuela Lanzarin (Sanità) e Gianpaolo Bottacin (Protezione Civile).
«È una scelta significativa e impegnativa – ha detto Zaia – con la quale puntiamo a migliorare l’assistenza a casa, dando anche un po’ di tranquillità psicologica in più alle tante persone che stanno vivendo la positività o la malattia con sintomi tra le mura domestiche. I dati, tra l’altro, ci indicano come circa il 70% delle persone che giungono nei Pronto Soccorso ritorni poi a casa, con la prescrizione di cure o, in caso di asintomaticità, con l’obbligo di rimanervi. Oggi gli isolati sono in tutto il Veneto 16.034, con un aumento di 923 unità rispetto a ieri».
Le nuove modalità sono state illustrate dall’assessore Lanzarin: «Azienda Zero ha già avviato le procedure di acquisto per centomila saturimetri, che verranno mano a mano distribuiti alle persone a casa. La disponibilità di bombole d’ossigeno è garantita e, mano a mano che se ne ravviserà la necessità, ne acquisteremo altre. La presa in carico del paziente a domicilio è un sistema già da tempo ben pianificato. L’organizzazione di questo nuovo step farà capo ai responsabili di Distretto; la presa in carico dei pazienti avverrà a cura dei medici di medicina generale, delle attuali 51 Usca con 320 medici che assistono 9.500 pazienti, e dei servizi di continuità assistenziale. Per 60 giorni abbiamo previsto la deroga alle procedure ordinarie secondo le quali l’ossigenoterapia andrebbe prescritta dal medico specialista. Per due mesi potranno farlo anche i medici di medicina generale e le Usca. Investiremo anche nella formazione degli infermieri attualmente impiegati nell’assistenza domiciliare integrata, in modo da poter mettere in campo il maggior numero di sanitari possibile».