
«Con l’approvazione definitiva della legge di riforma del Credito Cooperativo, il sistema della cooperazione mutualistica di credito, con una storia ultracentenaria alle spalle, entra finalmente in una nuova fase della sua esistenza. Si è completato un percorso lungo, tortuoso e non sempre facile. Ma il risultato finale rispecchia, pressoché nella sua totalità, il progetto di autoriforma che avevamo messo a punto. E di questo risultato dobbiamo essere consapevoli ed orgogliosi».
Con queste parole il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, commenta a caldo l’avvenuta approvazione, questa sera da parte dell’Aula di Palazzo Madama, del disegno di legge di conversione del Decreto di riforma del Credito Cooperativo italiano, dopo che il testo era già stato approvato dalla Camera il 23 marzo scorso.
«Abbiamo avuto la possibilità – prosegue Azzi – di contribuire a definire l’impianto di una riforma che perseguiva l’obiettivo di una riorganizzazione del Credito Cooperativo per adeguarlo al nuovo e molto più complesso scenario dell’Unione Bancaria, salvaguardandone però le peculiarità distintive. Altre realtà non hanno avuto questa opportunità. Non era scontato che il sistema BCC potesse formulare una propria proposta e concorrere a disegnare un’architettura di integrazione originale, basata su un contratto di coesione dosato in ragione della meritevolezza delle singole banche. Non esisteva alcuna esperienza precedente cui potersi riferire. Oggi possiamo affermare che realmente la definizione di “cooperativo” costituisca una qualificazione distintiva del gruppo che si andrà a costituire».
Federcasse, in relazione all’articolato di legge che ha potuto modificare in molti parti sostanziali il Decreto Legge n.18/2016 approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio, sottolinea come il testo definitivo abbia consentito di migliorare quello originario su alcuni temi chiave, ed in particolare con riferimento alla clausola di non adesione la formulazione è stata rivista per garantire il rispetto dei princìpi fondanti la mutualità, evitando rischi di eccezioni sul piano della costituzionalità e della coerenza con le normative europee. Inoltre sono state introdotte date di riferimento abbastanza “strette” per definire il perimetro di esercizio di questa opzione. È stata reintrodotta la possibilità, per le Bcc aventi sede nelle province autonome di Trento e Bolzano, di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi. È stata reintrodotta la previsione relativa al Fondo di sostegno promosso da Federcasse con l’obiettivo di favorire ed accompagnare processi di consolidamento e concentrazione delle Bcc.
«Si apre ora la fase, altrettanto determinante, della costruzione concreta del Gruppo Bancario Cooperativo, per la quale sarà centrale il confronto con le BCC e le Federazioni Locali da una parte, e con la Banca Centrale Europea e la Banca d’Italia, dall’altra», conclude il presidente Azzi.