Secondo incontro stasera a Legnago per il costituendo Comitato dei soci di Crediveneto. L’incontro, organizzato al teatro Salus alle 21 dall’avvocato tributarista Francesco Salvatore, già presidente della Cassa Rurale di San Pietro di Legnago, arriva dopo quello che mercoledì 25 maggio ha visto a Montagnana, sede di Ctediveneto, la presentazione del progetto legato alla costituzione di un Comitato dei soci della banca posta in liquidazione dopo l’intervento della Banca d’Italia, e le cui attività sono state rilevate da Banca Sviluppo (Gruppo Iccrea).
L’idea è nata da una terna di soci composta da Terenzio Zanini, Francesco Salvatore e Lino De Battisti, che hanno già chiesto nei giorni scorsi con una raccomandata un incontro al liquidatore ed ai vertici di Banca Sviluppo. «Non aver avuto alcun contatto con la base sociale non è stata una cosa bella», tuona Salvatore, che ha fissa nella salvaguardia dei soci e dei posti di lavoro dei dipendenti della banca di credito cooperativo, i punti principali dell’azione del nascente Comitato. «Dobbiamo essere uniti – ha proseguito l’ex presidente della Cassa Rurale legnaghese – fare le cose insieme, non per distruggere. Il Comitato si propone di garantire i posti di lavoro e rimettere il denaro nelle tasche dei soci».
Salvatore ha poi gettato anche uno sguardo verso il futuro: «Dobbiamo capire se Banca Sviluppo è venuta solo per fare il funerale a Crediveneto, perché noi vorremmo fare qualcosa di più, magari costituendo un’altra banca di credito cooperativo sul territorio».
Anche Zanini ha ribadito gli obiettivi del costituendo comitato: «Recuperare il nostro capitale, con la speranza si possa costruire una nuova banca, piccola, magari anche in collaborazione con la stessa Banca Sviluppo. Vogliamo essere un gruppo di rappresentanza degli interessi dei soci, così da poterci accreditare come interlocutori e acquisire informazioni, dato che non sappiamo come si sia materializzata questa perdita straordinaria di quasi 80 milioni di euro sul bilancio 2015, quando il 2014 venne chiuso con un utile di 800 mila euro, che ha portato al commissariamento e messa in liquidazione della banca».