Le Fonderie Zanardi di Minerbe chiudono l’attività per una settimana a causa della guerra in Ucraina, che ha fatto ulteriormente schizzare i costi della bolletta energetica e bloccato le forniture di materie prime come Ghisa in pani e rottami ferrosi. Messi in ferie i 70 dipendenti (su 255 totali) addetti ai forni.
«Non abbiamo scelta, da ieri, lunedì 7 marzo, per una settimana sospendiamo l’attività della Fonderia nella speranza che la situazione ritorni ad una accettabile normalità o che il Governo e l’Europa riescano a compiere il miracolo di abbassare i corsi di energia elettrica e gas – spiega Fabio Zanardi, alla guida del gruppo industriale di famiglia, fondato nel 1931 -. Abbiamo messo in ferie i 70 dipendenti addetti ai forni per questa settimana perché con gli ultimi aumenti dell’energia era impensabile che i clienti potessero assorbile il conseguente aunenti dei nostri prezzi. Già prima dello scoppio della guerra in Ucraina i valori erano schizzati, con una bolletta annua che per noi che siamo un’aziena energivora, era passata da 4 a 12 milioni di euro. Questo aveva già portato a degli aumenti da parte nostra, ma che con aiuti dal Governo e contenimento ulteriore di costi da parte nostra eravamo riusciti a contenere. Adesso, lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha fatto saltare tutto, con aumenti dell’energia fuori controllo che porterebbero la bolletta della Zanardi per il 2022 a 15/17 milioni di euro a fronte di un fatturato di 40 milioni. È una situazione insostenibile».
Una crisi energetica su cui da tempo si è aperto un tavolo tra Governo e gruppo aziende energivore di Confindustria. «Il Governo è intervenuto con dei sostegni prima dello scoppio della guerra in Ucraina – ricorda Zanardi -. Ma è chiaro che oggi quell’emergenza è andata ben oltre, Alllora come Confidustria era stata chiesta un riduzione delle bollette alle imprese energivore in particolare attraverso la destinazione dell’energia elettrica da rinnovabili a tariffe ridotte a queste imprese. Ora serve un intervento strutturale, che secondo me può arrivare solo dall’Europa attraverso nuovi canali di approvvigionamento. Servirà tempo però e quindi nell’immediato servono nuovi aiuti, altrimenti non potremmo riaccendere i forni».