«Decenni di scelte politiche disastrose hanno messo il Veneto alla mercé delle ondate di maltempo». A dirlo è la senatrice veneta del Movimento 5 Stelle Orietta Vanin, che oggi attacca senza mezzi termini la Regione: «“n Veneto la politica degli ultimi decenni ha volutamente ignorato che la natura non è mai maligna, e il territorio si adegua sempre alle sue dinamiche. La responsabilità di ciò che sta accadendo, dalle alluvioni agli allagamenti, dalle frane ai boschi cancellati, dalle case spazzate via dalle acque fino alle aziende distrutte è di chi in questi decenni ha, con consapevole cinismo, abusato di questo territorio».
«Ora, coloro che in Veneto si ergono a paladini della sicurezza abbiano il pudore e l’onestà di ammettere le proprie responsabilità – chiede la senatrice – una montagna abbandonata da anni, dove la manutenzione delle strade, viadotti e gallerie è stata dimenticata, una rete ferroviaria locale inesistente e inadeguata. La monocoltura viticola che ha piallato le nostre colline. La rete dei fiumi traforati per decenni solo per farne cave per gli imprenditori del cemento. La laguna di Venezia, usata come luogo dei peggiori interessi di alcuni, sono il risultato evidente ed innegabile».
«Nessun rispetto per i cittadini – continua l’esponente pentastellata – che in molti nei paesi, hanno perso tutto e non hanno acqua da bere, elettricità per vivere, strade sicure per muoversi, servizi essenziali e dovuti. La Regione Veneto e la sua classe politica al governo, da decenni sempre la stessa di fatto, visti i disastri ambientali di questi giorni, dove sono chiari e incontestabili i fallimenti delle sue scelte politiche disastrose – è l’accusa della senatrice – si assuma la responsabilità di non aver saputo gestire il territorio, e investa le proprie risorse per la sicurezza dei cittadini».
«Nessuno ha dimenticato la corruzione di presidenti e assessori regionali e sindaci, restano ferite aperte che hanno derubato risorse e ridotto il Veneto in queste condizioni, perché le conseguenze sono sempre a lungo termine e a danno dei cittadini – conclude Vanin -. A ognuno quindi le proprie responsabilità».