La Regione Veneto si oppone alla chiusura delle province di Padova, Treviso e Venezia prevista dal decreto firmato nella notte dal presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Questa mattina, infatti, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha infatti trasmesso a Roma delle valutazioni e delle controdeduzioni al Decreto allegando la relazione del Comitato tecnico scientifico a supporto dell’Unità di crisi del Veneto chiedendo lo «stralcio delle tre province veneta dal decreto stesso».
Nella relazione il Comitato tecnico scientifico affronta i casi e l’andamento delle rilevazioni sulle tre province. Aggiunge poi che «è attualmente in corso una approfondita ricerca epidemiologica di tutti i possibili contatti con conseguente sorveglianza attiva su tutti i soggetti in isolamento fiduciario domiciliare, attualmente 2.136».
Lo studio sottolinea come tutti i casi rilevati a Padova facciano parte della zona rossa di Vò Euganeo o siano ad essa correlati; come per la provincia di Treviso il cluster sia quasi esclusivamente ospedaliero; ed anche per quello di Venezia quasi la metà dei casi riguardi operatori sanitari.
E prosegue: «Lo studio e la valutazione costante del trend dei casi e la ricerca dei contatti, oltre allo sforzo organizzativo per l’ospedalizzazione dei pazienti sia nei reparti di malattie infettive che in terapia intensiva dimostrano l’impegno del sistema sanitario regionale, che contrasta con una misura di isolamento estremo dei territorio individuati che non ha avuto nessun confronto né scientifico né di lealtà istituzionale con i tecnici della regione del Veneto che da mesi seguono l’evolversi di questa situazione in collaborazione con l’Ufficio dell’Oms di Venezia».
Concludendo: «A fronte di questo scenario epidemiologico, e di tutte le considerazioni sopra riportate, che evidenziano cluster circoscritti e che non interessano allo stato attuale in maniera diffusa la popolazione generale, non si comprende il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all’attuale andamento epidemiologico».
Per questo la Regione chiede lo stralcio dal decreto delle province di Padova. Treviso e Venezia.