L’ordinanza del Consiglio dei Ministri sulla solidarietà alimentare del 20 marzo che ha stanziato 400 milioni di euro come primo fondo per una specie di buono spesa per le famiglie bisognose, ne ha affidato la gestione ai Comuni. Le amministrazioni locali, ed in particolare i sindaci, provvederanno in queste ore alla gestione dell’approvvigionamento dei beni e alla loro distribuzione. L’ordinanza, infatti, nell’attribuire le risorse da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare, le ripartisce tra i Comuni di ogni Regione in base al criterio della popolazione residente e a quello del reddito pro capite di ciascun Comune.
Il documento stabilisce che i Comuni, sulla base della somma destinata e di eventuali donazioni ricevute, in deroga alle procedure previste dal Codice degli Appalti (D.lgs. 50/2016), possono procedere ad acquisire buoni spesa, utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali il cui elenco ogni Comune pubblicherà nel proprio sito istituzionale; acquistare direttamente generi alimentari o prodotti di prima necessità.
«Il coinvolgimento degli enti locali – sottolinea il vicepresidente della giunta regionale del Veneto, Gianluca Forcolin, assessore agli Enti Locali – è determinante e fondamentale per la conoscenza e il contatto diretto con la realtà del territorio. Per l’acquisto e la distribuzione di tali beni, infatti, i Comuni possono avvalersi degli enti del Terzo settore. Non ultimo, i soggetti beneficiari ed il relativo contributo spettante ai nuclei familiari, sono individuati dagli uffici sociali di ciascun Comune, tra i nuclei più esposti agli effetti dell’emergenza epidemiologica e tra quelli in stato di bisogno, con priorità tra quelli già non assegnatari di sostegno pubblico».