Il Veneto va a caccia dei positivi asintomatici e dei sintomatici lievi per sconfiggere il Coronavirus. È quanto si propone di fare a colpi di tamponi il progetto denominato “Epidemia Covid 19 – Interventi urgenti di Sanità Pubblica” lanciato ieri dalla Regione Veneto e dall’Università di Padova con lo scopo di interrompere la circolazione del virus SARS-COV-2 distruggendo la sua catena di trasmissione.
I contenuti del Piano sono stati presentati nel corso del consueto appuntamento del presidente della Regione, Luca Zaia per fare il punto. Con il Governatore, erano presenti, come sempre, gli assessore Manuela Lanzarin (Sanità) e Gianpaolo Bottacin (Protezione Civile, affiancati dal Rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, dal direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Padova, Stefano Merigliano, dal direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova, Andrea Crisanti, e dal presidente del Comitato Regionale Veneto della Croce Rossa Italiana, Francesco Bosa.
«Non abbassiamo la guardia, anzi con questo piano la alziamo – ha detto Zaia – perché si può e si deve accelerare ancora, andando a caccia dei positivi asintomatici e dei sintomatici lievi. Ogni asintomatico può contagiare 10 persone, e più asintomatici troviamo e isoliamo, più combattiamo la diffusione del virus. I 65 mila tamponi già fatti in Veneto dimostrano che è la strada giusta e la percorreremo fino in fondo, pur rispettando l’esistenza di approcci diversi. Non è una prova muscolare nei confronti di nessuno, è, secondo noi, il modo migliore per salvaguardare la salute dei veneti e per uscire da questa emergenza con le ossa meno rotte possibile».
«Questo piano – ha aggiunto l’assessore Lanzarin – ha il merito di concentrarsi prioritariamente sulle categorie più esposte, come i lavoratori della sanità e le 30 mila persone tra operatori e assistiti che compongono il mondo delle case di riposo che, dopo gli ospedali, sono le strutture più esposte a rischi. I costi complessivi dell’operazione saranno quantificato strada facendo, ma non è certo questo il momento di lesinare risorse. Tutto il materiale necessario sarà acquistato dalla Regione».
Il personale dei Dipartimenti di Prevenzione coinvolto ammonta a 714 operatori, dei quali 121 medici, 30 specializzandi, 43 studenti (medici o infermieri), 277 assistenti sanitari, 128 infermieri, 28 tecnici della prevenzione, 31 altre figure sanitarie, 33 amministrativi.
«Si tratta di trovare e isolare i trasmissori inconsapevoli – ha chiarito il professor Crisanti, ideatore scientifico del piano – partendo dal caso positivo e allargando l’indagine per cerchi concentrici, verso la famiglia, il condominio di residenza, il luogo di lavoro. Più casi positivi troviamo e isoliamo, meno si ammaleranno, e di conseguenza potranno calare i ricoveri e il ricorso alla terapia intensiva. Quello che si chiama punto di flessione, che ci darà la misura degli effetti ottenuti, si avrà tra un po’ di tempo, quando ci si attende un calo contemporaneo sia dei positivi che dei ricoverati».
«Tutto si sta muovendo molto al di sopra dei ritmi ordinari – ha sottolineato il professor Merigliano – nell’ottica della massima integrazione con il sistema sanitario e con la preziosa collaborazione della Croce Rossa, che sta allestendo 15 sue squadre, che cominceranno l’attività di screening da Padova, allargandosi progressivamente a tutto il Veneto, sempre con il metodo dei cerchi concentrici. Gettiamo nella mischia anche 400 giovani tirocinanti, che saranno utilissimi per supportare in vari modi il grande lavoro che ci aspetta»
Il Piano sarà attuato dai Dipartimenti di Prevenzione della Regione del Veneto con la collaborazione dell’Azienda Ospedale Università Padova e del Comitato Croce Rossa Italiana attraverso il coordinamento della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare e Veterinaria della Regione del Veneto.
I primi soggetti da screenare saranno i contatti di caso famigliari, lavorativi, sociali/occasionali e anche Medici e operatori del Sistema Sanitario Regionale (SSR), oltre che delle Farmacie e delle Strutture per non autosufficienti con criterio di contatto e di geolocalizzazione. Potranno pertanto esserci tamponi effettuati a seguito di indagine epidemiologica condotta dal SISP e/o su attivazione di Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta o Medici Specialisti.