Sta diventando sempre più insostenibile la situazione della Casa di riposo “Maria Gasparini” di Villa Bartolomea, a sud di Verona, dove oggi c’è stato un nuovo decesso, dopo i sette della notte, che portano così a 16 il numero degli anziani ospiti morti per Coronavirus nell’ospizio da giovedì della scorsa settimana quando vi fu il primo caso.
«È una tragedia, ho chiesto al prefetto di inviarci degli operatori della Croce Rossa o della Croce Verde, o in ultima ipotesi l’esercito, perché abbiamo, oltre a 38 ospiti positivi, anche 12 operatori su 40 risultati positivi al virus e quindi in quarantena – dice subito il sindaco Andrea Tuzza -. E ora l’emergenza è assistere gli ospiti rimasti nell’ospizio, dove sta diventando un problema anche solo organizzare la distribuzione dei pasti».
Un disastro che in queste ore nel Veronese ha visto coinvolte anche altre case di riposo, come quella di Legnago dove sono stati registrati nella notte tre decessi legati al Covid-19, dopo che alcuni giorni fa erano risultati positivi 5 operatori. O come quella di Sommacampagna dove sabato si è registrato il decesso per Coronavirus di un ospite, ed un secondo è stato ricoverato. Ma soprattutto, è da allora che sindaco e dirigenza dell’ospizio attendono di sapere il risultato dei tamponi effettuati sugli operatori. «Nel frattempo – sottolinea il sindaco di Sommacampagna, Fabrizio Bertolaso – abbiamo messo in quarantena prudenziale una decina di operatori che erano venuti in contatto con i due casi accertati di Coronavirus». Per non parlare della situazione di Lazise, dopo con tre sorelle decedute nei giorni scorsi, risultano infettate una cinquantina di suore su 60 ed alcuni operatori della struttura delle Piccole Suore della Sacra Famiglia. O il caso del medico dell’Istituto assistenza anziani di Verona colpito da Coronavirus e ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Borgo Roma.
Ma è alla casa di riposo di Villa Bartolomea che l’emergenza è precipitata, tanto che mercoledì, su richiesta sempre del sindaco Tuzza, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, con una squadra speciale attrezzata per la lotta biologica, che ha sanificato gli interni della casa di riposo ed aiutato il personale nella riorganizzazione degli spazi, dividendo gli ospiti che sono risultati positivi dai negati al tampone per il virus.
All’interno del ricovero, infatti, vi sono ancora 38 anziani positivi al virus. «Ma potrebbero anche essere di più perché il tampone era stato fatto giovedì scorso – riprende il sindaco -. È un disastro, abbiamo anche dovuto mettere tutte le bare in una stanza del cimitero perché non c’erano altri spazi».
Dei deceduti, 12 sono del paese ed il più anziano aveva 100 anni. «Ho chiamato personalmente tutte le famiglie ed è uno strazio, non solo per la perdita di un caro ma anche perché, senza la possibilità di tenere i funerali, di dare loro un ultimo saluto, questo distacco diventa tremendo», sottolinea il sindaco che, da giovedì scorso quando c’è stato il primo caso di positività, si trova praticamente in trincea. Ieri, era alla ricerca di operatori, e di mascherine.
«Ho chiesto al prefetto di inviarci degli operatori della Croce Rossa, o di altre realtà come la Croce Verde o Legnago Soccorso, e, se impossibile, l’esercito – conclude il sindaco -. Stiamo anche pensando di utilizzare dei volontari, infermieri del paese o persone che abbiano sostenuto almeno un corso di primo soccorso, per affiancarli agli operatori professionali della casa di riposo. Ma ci scontriamo con l’altro grande problema: non abbiamo mascherine neanche per il personale attuale. E parlo di mascherine vere, dispositivi di protezione individuale, e non quella specie di carta igienica tagliata in qualche modo arrivata dalla Regione».