Solo 4 giorni fa, l’11 dicembre, il governatore del Veneto Luca Zaia, con a fianco la dottoressa Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione e Sanità pubblica della Regione Veneto, polemizzavano con il Governo per l’indice Rt che secondo Roma era sopra l’1, sostenendo che il Veneto dovesse rimanere in zona gialla e che era poco sopra il 6. Oggi, nella quotidiana videconferenza, davanti a numeri di contagiati e morti sempre più terribili in Veneto, Zaia ha lanciato il suo nuovo diktat: «Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, se non le fa il Governo le facciamo noi – ha detto Zaia -. Se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con un plateau troppo alto».
Tutto questo davanti all’ennesimo bollettino di guerra delle 8 di questa mattina, con il Veneto che ha superato quota dei 200.000 contagiati (200.607 compresi i decessi e i guariti), con 3.817 nuovi casi nelle ultime 24 ore e 33 decessi dalle 17 di ieri. E Verona che è sempre la provincia peggiore: 495 nuovi casi dalle 17 con 6 decessi e un totale di quasi 19 mila persone attualmente positive (18961). Ma soprattutto con gli ospedali che non ce la fanno più: 2.945 ricoverati per Covid dei quali 372 in terapia intensiva.
Tanto che gli ordini dei medici e degli infermieri hanno scritto una lettera aperta al presidente della Regione proprio per chiedere misure più restrittive per cercare di fermare quest’ondata di contagi. Un lockdown quasi nazionale che Zaia prorpio questa mattina avrebbe chiesto nel corso della riunione tra governo e Regioni, una posizione condivisa dal ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia e da quello della Salute, Roberto Speranza e dai rappresentanti di Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise e Marche.