Forse pensava di meritare di più o forse voleva solo rivalersi per qualche motivo nei confronti del proprio datore di lavoro tanto da scrivergli una lettera anonima chiedendogli dei soldi per evitare pesanti ritorsioni nei confronti dell’azienda avicola per la quale lavorava. È finita male, però, per un giovane 23enne di Isola della Scala, con qualche precedente di polizia, arrestato lunedì 30 ottobre dai Carabinieri della Compagnia di Villafranca di Verona con l’accusa di tentata estorsione.
La vicenda inizia lunedì mattina quando un allevatore di Erbé trova, attaccata alla maniglia della sua auto una lettera anonima con la quale gli vengono chiesti 3.500 euro in contanti, da depositare negli spogliatoi della sua azienda, per evitare spiacevoli conseguenze all’impresa. L’uomo non si perde d’animo e denuncia il fatto alla Stazione Carabinieri di Villafranca.
I militari della Sezione Operativa e della locale Stazione, d’intesa con la Procura della Repubblica scaligera, iniziano quindi un servizio di osservazione per controllare a distanza il box indicato nella missiva, dove l’imprenditore ha lasciato la busta con il denaro. Dopo ore di paziente attesa, gli operanti notano entrare un dipendente nel luogo indicato dall’anonimo per poi allontanarsi con passo spedito dopo essersi impossessato con la busta del denaro.
Quando pensava già di essere al sicuro i militari dell’Arma lo hanno fermato e perquisito trovandogli addosso il denaro e dichiarandolo così in arresto. Adesso attenderà l’udienza di convalida agli arresti domiciliari dove è stato accompagnato su disposizione del pubblico ministro di turno.