Due voti potrebbero far saltare la Fondazione Arena di Verona ed il suo Festival lirico. È finita 132 a 130 la votazione sull’accordo sindacale, soffertissimo e raggiunto dopo spaccature, proteste ed occupazioni, firmato il 23 marzo dalla sola Cisl, corretto con un integrativo ottenuto in extremis la scorsa settimana da Cgil e Uil ma rifiutato ancora dalla Fials. E bocciato però oggi dai dipendenti, circa 300, della Fondazione Lirica. Il che consegna alla città un teatro letteralmente spaccato in due, ma soprattutto fa saltare il preaccordo che avrebbe permesso alla Fondazione di accedere ad un anticipo di contributi della Legge Bray dando un po’ di ossigeno alle sue finanze appesantite da una serie di bilanci in rosso per 30 milioni di euro.
Convocato per domani il Consiglio di indirizzo della Fondazione che ora si ritrova davanti al bivio posto dieci giorni fa dallo stesso sindaco di Verona, Flavio Tosi: «Se i sindacati non si arriva all’accordo sciolgo la Fondazione, e la stagione lirica la mette in piedi il Comune». «Questo è il risultato delle continue forzature e di una trattativa condotta sempre sotto minacce – hanno commentato Ivano Zampolli (Uil) e Poalo Seghi (Cgil) -. Ora, speriamo che prevalga la responsabilità e per il bene della città si torni alla trattativa su presupposti più accettabili da chi nel e per il teatro lirico lavora». (M.R.)