«In merito alle dichiarazioni rilasciate ieri dal vicepresidente della Commissione Antimafia, Claudio Fava, al termine delle audizioni che hanno visto impegnata la commissione a Verona, Forza Nuova Verona esprime profondo sdegno verso chi ha contribuito negli ultimi 7 anni a scrivere la pagina più buia della politica veronese, ed attende che, come richiesto dalla stessa commissione Antimafia, la Prefettura e il Comitato di sicurezza, anche alla luce di recenti fatti analizzati dalle procure di Bologna, Brescia e Catanzaro, procedano alla nomina di una Commissione di accesso al Comune di Verona e magari anche in altri comuni che hanno visto il verificarsi di fatti inquietanti, di rapporti tra amministrazione ed associazioni criminali».
A dirlo è Francesco Alverà, coordinatore provinciale di Forza Nuova Verona, che ricorda: «Forza Nuova Verona ed il Circolo Culturale Christus Rex furono i primi a denunciare, il 9/11/2013 in un Presidio a Porta Borsari, come dietro quello stesso “Modello Verona” che Tosi vorrebbe esportare a livello regionale e nazionale, si celassero in realtà una corruzione in perfetto stile tangentopoli ed un legame a doppio filo con la criminalità organizzata calabrese».
«Il 21/02/2014 – continua Alverà – tra grida “ladri ladri” e accuse di corruzione e collusione mafiosa, i militanti di Forza Nuova sospesero la seduta del consiglio comunale di Verona. Quel giorno i Forzanovisti ed i tradizionalisti cattolici di Christus Rex esposero uno striscione dentro e fuori Palazzo Barbieri che recitava: “LADRI, TRUFFATORI E CORROTTI. TUTTI A CASA!”. In quei giorni oltre alle diverse indagini a carico di amministratori e municipalizzate cittadine per corruzione e appalti truccati poi accordati ad aziende vicine alla ‘ndrangheta, spiccava il recente arresto dell’ex vice sindaco Vito Giacino , poi condannato a cinque anni».
«Sempre Forza Nuova – conclude Alverà – l’08/04/2014 in un presidio in Piazza Bra con lo striscione “VERONA LIBERA DA MAFIE, MALCOSTUME E CORRUZIONE” chiedeva che la triste e degradante pagina di storia veronese scritta sino a quel momento dal Sistema Tosiano si chiudesse con le dimissioni del sindaco Tosi e dell’intera giunta da lui guidata. Inoltre venne avanzata la richiesta che le indagini sulle presunte infiltrazioni mafiose nell’amministrazione Tosi passassero nelle mani della DIA, Direzione Investigativa Antimafia. Questi sono fatti! Non dite, ora, che non ve lo avevamo detto».