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27 Marzo 2023
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Imprenditore in manette per frode fiscale da 1.750.000 euro

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Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Verona ha concluso un’indagine fiscale nei confronti di due società, operanti nel Basso Veronese nel settore della commercializzazione di materiali ferrosi, che hanno portato all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verona, dell’amministratore delle stesse ed al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di fabbricati, terreni, quote societarie, rapporti di conto corrente e deposito titoli, per un valore complessivo di 1.750.000 euro.

L’attività è stata svolta dai militari della Compagnia di Legnago che hanno disvelato un insidioso sistema di frode fiscale a vantaggio di due società legnaghesi che utilizzavano, portando nella propria contabilità al fine di ottenere un credito d’Iva, fatture emesse da sette società “cartiere”, in quanto sprovviste di organizzazione ed attività economica; erano, infatti, destinate esclusivamente alla produzione di documenti falsi, idonei ad ottenere un ingiustificato credito d’imposta.

Con questo meccanismo illecito, le due società hanno, nel corso degli anni, ottenuto un considerevole risparmio che, solo per quanto riguarda l’IVA, ammonta a circa 18 milioni di euro. Le stesse hanno, così, avuto la possibilità di collocare sul mercato prodotti a prezzi estremamente concorrenziali, con inevitabili effetti distorsivi sul mercato a danno delle imprese oneste.

Le sette società – tutte intestate a soggetti di nazionalità estera – non hanno mai presentato dichiarazioni, né ai fini Iva né delle Imposte dirette, omettendo il versamento delle relative imposte. Inoltre, alcune delle società cartiere, per sottrarsi ai controlli, hanno provveduto a trasferire le loro sedi in paesi a fiscalità privilegiata.

L’attività operativa si è, quindi, conclusa con l’arresto dell’amministratore delle due società, il sequestro di beni mobili ed immobili nonché la denuncia all’A.G. degli altri sei responsabili del meccanismo fraudolento.

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