La Guardia di Finanza di Verona, in collaborazione con la Questura di Verona e personale ispettivo dell’Inps, ha scoperto un’organizzazione criminale che consentiva a soggetti extracomunitari di ottenere o rinnovare, dietro pagamenti in denaro, il permesso di soggiorno attraverso falsi contratti di lavoro.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica scaligera e avviata nel 2014 in materia di contrasto al lavoro nero, ha permesso di scoprire un sodalizio orchestrato da un imprenditore veronese, titolare di una ditta operante nel settore della lavorazione dei metalli, di fatto risultata totalmente inesistente in quanto non era dotata di locali aziendali né di alcuna attrezzatura.
L’imprenditore si avvaleva della collaborazione di una consulente del lavoro, operante nel salernitano che si occupava della redazione della falsa documentazione, e di un cittadino nigeriano, che aveva il compito di reperire gli stranieri da mettere in regola.
I responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Verona per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’operazione congiunta, evidenzia il fenomeno sempre più frequente di chi sfrutta l’immigrazione per il proprio tornaconto personale, impiegando lavoratori extracomunitari “in nero” o in maniera irregolare al fine di non pagare né imposte né contributi, ottenendo, al contempo, un evidente vantaggio concorrenziale.