Vertice a Venezia sul tema dell’inquinamento da Pfas. Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 25 maggio, si è tenuto a Venezia abbiamo al Palazzo Regionale Grandi Stazioni-Fondamenta Santa Lucia, un vertice tra l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, il Comitato Mamme No Pfas, e i dirigenti e collaboratori del comparto Sanità e Sicurezza Alimentare, Ambiente e Agricoltura della Regione. Non erano presenti le Associazioni di categoria degli agricoltori e allevatori perché ci sarà un incontro dedicato più avanti. Contiamo di parteciparvi.
«Gli argomenti trattati hanno evidenziato che il biomonitoraggio nell’Ulss 8 procede più spedito che nell’Ulss 9 e che dalla prima alla seconda trance di analisi effettuate c’è stata una riduzione sostanziale del 60% di tali sostanze nel sangue – spiegano la Mamme No Pfas -. Inoltre, è iniziata l’elaborazione dei dati raccolti che evidenziano una maggior incidenza di determinate patologie e di maggior mortalità nella zona rossa tra Verona, Vicenza e Padova. Tale analisi sostituisce in parte lo studio epidemiologico che doveva partire nel 2016 e si integra con quello di coorte sulla mortalità, ad opera del dottor Biggeri».
Relativamente agli alimenti, sono in fase di sviluppo tre piani regionali che andranno a monitorare la contaminazione negli alimenti animali, vegetali e della filiera di largo consumo. Per l’inizio si stanno attendendo i protocolli dell’Istituto superiore di sanietà. Sono attualmente in corso le analisi dell’acqua di abbeveraggio.
«Sì è parlato di progetti in capo ai Consorzi di Bonifica per l’irriguo, in particolare per la sostituzione di acque sotterranee con acque di superficie non contaminate relativamente al Consorzio Leb. Molte sono le intenzioni ma i progetti per accedere ai finanziamenti sono costosissimi – riprendono dal Comitato -. Nel frattempo le condutture acquedottistiche che dovrebbero portare l’acqua da falde non inquinate sono a buon punto. Il 75% è stato realizzato e ci hanno assicurato che entro il 2023 tutto entrerà in funzione. Abbiamo chiesto anche una maggiore attenzione alle perdite degli acquedotti esistenti».
«L’atmosfera si è scaldata parlando di “messa in sicurezza sito Miteni”. Ad oggi fuoriescono ancora inquinanti che non rispettano la legge ambientale – concludono le Mamme No Pfas -. All’attuale gestore della messa in sicurezza del sito Miteni, non è stata ancora attribuita la responsabilità di non aver provveduto all’efficienza della barriera idraulica».