Il dado è tratto per una delle storiche grandi aziende veronesi, nata nel 1902 come Galtarossa, dal fondatore Antonio Galtarossa, per la realizzazione di impianti di illuminazione ad acetilene, e diventata uno dei principali poli siderurgici del Nord Italia, tra i primi impianti ad utilizzare il forno a metano Martin Siemens, capace di produrre ben 150 mila tonnellate di acciaio all’anno, e la prima a produrre “tondo per cemento armato” con l’acciaio veronese impiegato nelle costruzioni di alta ingegneria, come la cupola della Sala Nervi in Vaticano.
Oggi, i sindacati veronesi Cgil, Cisl e Uil hanno firmato nella sede di Confidustria Verona, il via libera all’operazione con cui “Fin.Fer”, del gruppo Pittini colosso friulano dell’acciaio per edilizia, con un giro d’affari annuo di circa 900 milioni di euro, due acciaierie in Italia (a Osoppo in provincia di Udine e a Potenza) e altri stabilimenti produttivi, tra cui due in Austria e uno in Slovenia, è impegnato nell’acquisizione del sito produttivo “Riva Acciaio” di Verona.
«Riva acciaio spa e Fin.Fer spa affermano che il prospettato trasferimento avverrà presumibilmente entro la fine del 2015, previa approvazione delle autorità competenti, anche antitrust», sta scritto, infatti, nel verbale sindacale redatto durante l’incontro del 7 agosto scorso che ha aperto il confronto con i sindacati sul piano di acquisizione da parte di “Fin.Fer”, e che è continuato ieri con alla fine il “sì” i Cgil, Csil e Uil.
In ballo ci sono i 418 attuali posti di lavoro della fabbrica veronese, che saranno tutti trasferiti al gruppo Pittini e che manterranno così il contratto collettivo dell’industria metalmeccanica, in continuità rispetto alla situazione precedente, conservando sia l’anzianità maturata, sia gli istituti contrattuali in essere.