Il pubblico ministero Valeria Ardito ha presentato richiesta ieri di rinvio a giudizio per il direttore generale dell’Ulss 21 di Legnago, Massimo Piccoli, che comparirà davanti al giudice dell’udienza preliminare a fine febbraio.
Le accuse a carico del dirigente sono di peculato e falsità ideologica (sia commessa dal privato che dal pubblico ufficiale) e si riferiscono all’utilizzo «troppo frequente e come se fosse personale» dell’auto in dotazione all’azienda; e ad una dichiarazione contenuta nel suo curriculum vitae che gli ha permesso di entrare nell’elenco regionale dei possibili direttore, da cui poi è stato nominato, e che per la procura non rispondente al vero. In quest’ultimo caso, Piccoli scrisse di aver ricoperto una posizione dirigenziale per cinque anni con autonomia di gestione mentre stando agli accertamenti disposti dal pm in quell’azienda aveva un incarico di collaborazione e quindi per la Procura non aveva i requisiti per diventare direttore generale di una Ulss.
Il manager ha sempre respinto le accuse sostenendo che la differenza temporale contestata tra i cinque anni di «direzione tecnica o amministrativa» era di poco più di un mese, mentre relativamente all’uso dell’auto di servizio sostenne che lo aveva fatto per far risparmiare l’azienda.