«Corano, pagina 5 versetto 32: “Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera”». Inizia così l’invito lanciato dall’associazione Al Wifaq che a Legnago riunisce la comunità islamica, in particolare marocchina, che con una lettera di quattro pagine distribuita e affissa per le vie e i bar della cittadina del Basso Veronese, invita tutti domenica 22 novembre ad una manifestazione contro il terrorismo in piazza Garibaldi, dalle 17 alle 18 a Legnago.
«Legnago conta 25.000 abitanti, 800 dei quali sono di fede musulmana. Siamo 200 famiglie, formate da mamme, papà e bambini – scrive Al Wifat -. Frequentiamo le stesse scuole, gli stessi giardini, gli stessi ambienti di lavoro. La nostra comunità sente il bisogno di ringraziare la popolazione legnaghese per la possibilità che ci ha dato, permettendoci di costruire una proficua convivenza – continua la lettera -. Noi, colpiti per primi dal terrorismo nei nostri paesi d’origine, sentiamo il dovere di porci in prima linea nella lotta contro il cancro che cerca di propagarsi ogni giorno».
«Questa sera siamo scesi in piazza per portare la nostra testimonianza – dicono riferendosi alla manifestazione spontanea indetta via Facebook, subito sabato scorso, dal sindaco Scapin a Legnago -. Le canaglie che hanno ucciso gratuitamente delle persone, fregiandosi della religione musulmana, si sono in realtà macchiate di un delitto atroce, condannato dalla stessa religione della quale credono di far parte. Alle vittime – continua la missiva – non state chieste le generalità, non è stata chiesta l’appartenenza politica, etnica o religiosa. Il più alto numero di vittime dell’Isis è musulmano, per questo vi chiediamo di comprendere come noi, per primi, non ci sentiamo rappresentati nessun modo da coloro che consideriamo esclusivamente dei criminali».