Il 6 dicembre il Tribunale di Verona Sezione Lavoro ha rigettato i ricorsi della ditta Fonderie Sime spa, avanzati a seguito dei Decreti Ingiuntivi promossi dalla Fiom Cgil di Verona, tramite il proprio legale, per il riconoscimento delle differenze retributive dovute ai lavoratori a seguito del recesso dalla contrattazione aziendale comunicato con lettera, nel settembre 2014, e reso effettivo nel marzo 2015 da parte delle fonderie Sime.
Il 2 gennaio 2016, il Giudice accoglieva l’istanza presentata dalla Fiom che contestava il recesso unilaterale dalla contrattazione aziendale frutto di anni di accordi sindacali e intimava alla società il pagamento delle differenze retributive derivanti dall’illegittima decurtazione degli stipendi dei lavoratori. Fu un passaggio importante perché il giudice intravedeva già, sulla base dei documenti prodotti dai delegati della Fiom, l’illegittimità dell’azione proposta.
La Sime ha promosso contro tale decisione, ricorso e oggi, il Giudice ha rigettato anche questo ricorso confermando l’illegittimità del comportamento della Sime. La vicenda ora, di fronte a questo positivo giudizio, si può dire vinta dai lavoratori e dalle lavoratrici della Sime. Ora tutti devono essere risarciti del danno retributivo avuto in questi anni.
Ovviamente le norme prevedono che l’azienda possa continuare nella sua opposizione nei successivi gradi di giudizio ma intanto deve pagare.
«Grazie ai lavoratori e lavoratrici della Sime, che hanno creduto in questa battaglia promuovendo fin da subito la causa contro un’azienda che si è dimostrata sempre rigida sulle sue decisioni, non avendo mai ricercato le condizioni per arrivare ad un accordo dignitoso che risolvesse sindacalmente, sia già nel 2014 e ultimamente, la questione sorta, ora questa sentenza ci da ragione e di fatto ci consente di continuare sulle vie legali», dice Emanuela Mascalzoni, segretaria provinciale della Fiom Cgil di Verona.
