La fuoriuscita dei dissidenti dal gruppo del Partito Democratico scuote il consiglio comunale di Legnago che, ieri sera, ha visto un confronto a quattro tra maggioranza, dissidenti, opposizione e dal pubblico l’ex sindaco Gandini.
Ma il vero nodo di scontro è stata ancora una volta la delibera sulla scuola della frazione di Vigo, con un duro confronto tra l’ex sindaco, Silvio Gandini (candidato alle Regionali per il Pd) ed il presidente del Consiglio Pernechele, che alla fine ha sospeso la seduta e rinviato tutto a questa sera. Quando si affronterà il nodo del Bilancio, dove si vedrà la tenuta della maggioranza Scapin.
La seduta si è aperta con i cinque consiglieri dissidenti che sono usciti dal gruppo consigliare del Pd, formando un gruppo misto, che arrivano in aula ma cambiano posto a sedere tra la maggioranza, mettendosi tutti nell’ultima fila. E subito dopo Giovanni Falduto viene nominato nuovo capogruppo del Pd al posto di Giovanni Mascolo, passato nel gruppo misto. Quest’ultimo legge un documenti nel quale i dissidenti spiegano le loro ragioni dell’uscita dal Pd e soprattutto i motivi che li hanno portati a chiedere un rimpasto di giunta. Comunicando, però, che i cinque voteranno Bilancio e Piano Triennale delle Opere pubbliche.
Dalle opposizione sono intervenuti Federico Castelletto dei 5Stelle, che ha chiesto le dimissioni di Simone Pernechele (uno dei dissidenti)da presidente del consiglio comunale, essendo questi uscito dal gruppo in cui è stato eletto; e Roberto Danieli di Centrodestra Legnago, che con Castelletto ha chiesto le dimissioni del sindaco Clara Scapin. Con Loris Bisighin (Fi), che ha chiosato: «Se non ha la maggioranza è giusto che il primo cittadino vada a casa».
Il consiglio comunale dovrebbe essere riconvocato per la settimana prossima, con il bilancio all’ordine del giorno, ed allora si vedrà la tenuta della maggioranza. Sempre che nel frattempo non accada qualcos’altro. (F.Z.)