I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Legnago hanno denunciato quattro persone ritenute gli autori di una truffa da 260 mila euro ai danni di una società produttrice di pellet della Lettonia. Si tratta di due Veronesi, di cui uno residente nella Bassa, e di due Modenesi.
Le indagini, condotte dai finanzieri di Legnago e coordinate dalla Procura della Repubblica di Verona, sono scaturite da una segnalazione-querela di una società estera che lamentava il mancato pagamento, per un valore complessivo di oltre 261.000 euro, di una grossa fornitura di pellet. Gli accertamenti svolti hanno consentito di identificare i promotori e organizzatori della truffa.
Si tratta dei quattro indagati che, falsificando documenti e spacciandosi per rappresentanti di una importante società francese del settore, avevano ordinato diverse partite di pellet per complessivi 1.135.000 kg che gli erano stati poi consegnati dalla società Lettone. La merce veniva successivamente trasferita dagli indagati in altri siti al fine di farne perdere le tracce.
Il vantaggio ottenuto con il mancato pagamento di tali beni permetteva di immetterla sul mercato a prezzi più vantaggiosi rispetto alla concorrenza. In questo caso gli approfondimenti investigativi hanno permesso di ricostruire gli spostamenti della merce e di individuare 3 immobili, due ubicati a Pavullo del Frignano in provincia di Modena, ed uno a Salizzole, all’interno dei quali sono stati rinvenuti, stoccati e pronti per essere venduti, 145.000 chilogrammi di pellet confezionati in sacchi da 15 kg.
Nella circostanza, sono stati inoltre sequestrati oltre 8.000 euro in contanti quali frutto della vendita in nero del pellet negli ultimi giorni, durante una perquisizione domiciliare nell’abitazione dell’indagato Veronese.
Le indagini si sono concluse con il deferimento all’Autorità giudiziaria dei quattro soggetti in concorso per l’ipotesi di reato di truffa, punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Sono in corso approfondimenti al fine di ricostruire il volume d’affari generato dall’attività economica illecita e recuperare le somme evase che ammontano a circa 300.000 euro.