«Ribadiamo che il Comune può e deve intervenire a sostegno dei commercianti che hanno le attività ferme da settimane. E se invece, come afferma, “non può far nulla”, ci chiediamo che ci sta a fare in Comune l’assessore alle attività economiche Scapini?». Non molla il gruppo consigliare d’opposizione di Legnago Futura che ieri aveva proposto all’amministrazione comunale di destinare gli 80.000 euro del “bilancio partecipativo” a un fondo di solidarietà a sostegno delle aziende legnaghesi ancora ferme per le misure di contenimento della pandemia Coronavirus. Con un comunicato, ribadisce la sua proposta e va all’attacco della maggioranza del sindaco Graziano Lorenzetti e soprattutto dell’assessore Scapini.
«Apprendiamo con profonda delusione che l’assessore al commercio Nicola Scapini ha liquidato in pochi minuti la nostra proposta a sostegno delle attività locali. Ieri abbiamo suggerito di ridestinare la cifra di 80.000 euro del “bilancio partecipativo” a un fondo di solidarietà a sostegno delle aziende. Una proposta concreta, fattibile e disinteressata. Talmente disinteressata che l’abbiamo consegnata nelle mani dei nostri avversari politici, i quali potrebbero metterla in pratica subito. Perché quello che ci interessa oggi più che mai è il bene di Legnago e non il consenso politico fine a se stesso – sottolineano i consiglieri comunali d’opposizione Diego Porfido, Stella Bonini, Silvia Baraldi e Michele Masin Il gruppo di opposizione “Legnago Futura” -. L’assessore Scapini, però, ha rifiutato in un battibaleno l’idea. In pochi minuti ha detto un “No” perentorio. E l’ha detto attraverso i giornali. Secondo l’assessore il problema è “Roma ladrona”: il Comune non può fare nulla. La domanda sorge spontanea: allora perché sta a Palazzo De Stefani?».
«In verità ci sono molti modi in cui l’amministrazione potrebbe agire: la ridestinazione del bilancio è solo una tra le opzioni. Ma se Scapini è convinto dell’impotenza del suo ruolo, che ci sta a fare? Là dove manca il Governo, è responsabilità dell’amministrazione cercare soluzioni! Oltretutto, ci domandiamo dove viva l’assessore. Ha presente che è scoppiata una pandemia globale che ha radicalmente trasformato il nostro mondo? – continua Legnago Futura -. Quando dice che “i commercianti vogliono tornare a lavorare, non l’elemosina”, perdonerete, ma ci mettiamo le mani nei capelli per la vuotezza di un’affermazione simile. Ovvio che imprenditori e imprenditrici vogliano tornare al lavoro. Ma questo non elimina i problemi reali a cui le nostre attività stanno andando incontro: affitti, bollette, scadenze che vanno comunque pagati nonostante la chiusura forzata. Senza dimenticare che al 4 maggio, all’11 o al 18, la mobilità sarà comunque limitata, le regole saranno stringenti e obbligheranno a investimenti ulteriori per l’adeguamento, gli ingressi contingentati e così via. Il che significa che le condizioni del lavoro cambieranno e probabilmente renderanno più difficile raggiungere almeno gli incassi di prima».
«Ci sembra che istituire un Fondo di Solidarietà non sia elemosina ma un sostegno concreto. Un sostegno alle imprese, alle persone e alle famiglie. Sappiamo benissimo che non è la soluzione definitiva, ma Scapini ha pensato che il problema ora è superare il momento critico cercando di sopravvivere? Perché non si tratta solo riaprire, ma soprattutto di resistere a settimane di serrande abbassate, facendo in modo che questa condizione temporanea non diventi permanente – conclude il gruppo d’opposizione -. Smettiamola con questa retorica sul lavoro: risposte, fatti, azioni e non solo propaganda! Le nostre attività hanno bisogno di aiuto, aiuto vero, di soldi per resistere. E il Fondo di Solidarietà si può fare, non cerchi scuse col congelamento di bilancio. Siamo rammaricati, siamo preoccupati ma siamo disposti a dare una mano per il bene di Legnago e dei Legnaghesi. Non è il momento della campagna elettorale. È il momento di dare risposte».