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24 Marzo 2023
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Legnago, raccolto l’appello del sindaco: approvati i progetti per nuova caserma e scuola media Frattini

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Rimane una partita ancora tutta da giocare, quella che vede l’amministrazione comunale di Legnago appesa ad un filo, dopo gli scossoni interni che hanno visto una parte della maggioranza chiedere in prima battuta la cacciata del vice sindaco Claudio Marconi, o in alternativa l’azzeramento totale della giunta guidata da Clara Scapin. Ma ieri sera, in consiglio, il gruppo dei cinque “ribelli” della maggioranza ha votato compatto per dare il via a due importanti progetti che verranno realizzati entro la fine del 2016: la nuova Caserma per la Compagnia dei Carabinieri di Legnago e la nuova scuola media Frattini. Inoltre, il gruppo ribelle ha annunciato che non parteciperà al voto sull’assestamento di bilancio, da fare entro il 31 luglio, dando così il via all’approvazione stasera del punto che verrà fatto dal resto della maggioranza in solitaria. Così, se politicamente il nodo resta aperto, ora sindaco e giunta hanno tutta l’estate per riuscire a risolvere le questione con il gruppo ribelle.

Tutto questo, dopo che lunedì sera il consiglio comunale è saltato per mancanza del numero legale, mentre ieri sera è partito ufficialmente con mezz’ora abbondante di ritardo. Ma, in realtà, è iniziato ben prima delle annunciate 19,45. Nel pomeriggio, infatti, il sindaco ha avuto un momento di confronto con Simone Pernechele e Diletta Marconcin (rispettivamente presidente e vice presidente del Consiglio Comunale), in rappresentanza dei cosiddetti ‘dissidenti’, ossia i cinque consiglieri comunali (gli altri tre sono Luca Dalla Vecchia, Giovanni Mascolo e Barbara Ottoboni) che hanno lasciato il PD per dar vita al Gruppo Misto, e che stanno facendo traballare non poco l’amministrazione.

Secondo Scapin, l’incontro è servito a rasserenare gli animi (e a guadagnare tempo), ma in realtà non pare che i “ribelli” siano così propensi ad aspettare ancora molto le scelte del primo cittadino.

E così, non appena parte il consiglio comunale, mettono subito in chiaro chi ha il pallino della situazione in mano; la consigliere Marconcin prende la parola per chiedere una variazione all’ordine del giorno, affinché vengano discussi subito i punti che i cinque hanno già fatto sapere di essere disposti a votare, ossia la costruzione delle nuove scuole medie, e il varo della nuova caserma dei Carabinieri, annunciando di non voler poi partecipare al voto sugli altri punti, in particolare sull’assestamento di Bilancio, vero snodo politico del momento, e da approvare tassativamente per legge entro il 31 luglio.

Le opposizioni protestano, chiedono che si metta ai voti la fiducia al sindaco, mentre il resto della maggioranza non può far altro che accondiscendere ai desiderata di Pernechele e compagni. Tra il pubblico, eccezionalmente numeroso, molti esponenti politici, tanto di maggioranza quanto di opposizione, tra i quali iniziano a girare voci tanto di accordo trovato per un rimpasto di giunta, quanto di imminenti dimissioni del sindaco, per giocarsi poi nei 20 giorni che la legge concede per un ripensamento la trattativa da una posizione di forza (ipotesi suggerita da una componente della maggioranza, ‘Uniti per Legnago’). Scapin però smentisce direttamente a fine consiglio (si riprende stasera, col punto sul Bilancio da approvare senza i cinque ‘malpancisti’), ribadendo che «non è nel mio stile fare queste cose».

In aula, invece, il primo cittadino fa una sorta di apertura all’ipotesi di rivedere la squadra: «La maggioranza c’è, dobbiamo solo riorganizzare il lavoro dopo la nascita di un nuovo gruppo». Le voci di Palazzo de’ Stefani dicono che il sindaco punti a ridisegnare la Giunta con lo schema da noi anticipato nei giorni scorsi, ossia con l’uscita di scena di Francesca Sordo (PD), assessore al Sociale, cui subentrerebbe la delegata alla Cultura, Silvia Baraldi (Legnago Città Intelligente). Per il posto di quest’ultima, due le ipotesi: l’ingresso diretto di Pernechele, o lo spostamento di Marconi, col dissidente che prenderebbe le deleghe del nemico, soffiandogli anche la carica di vice sindaco.

Pare però che questa ipotesi non accontenti i fuoriusciti, che per digerire la permanenza dell’attuale numero due in Giunta (pretendendone comunque il ridimensionamento), vorrebbero due assessorati e non uno solo. E qui si aprirebbe la partita sul secondo nome da sacrificare tra Tommaso Casari (UpL), Donatella Ramorino (LiberInsieme) e la già citata Baraldi.

Fiutando la possibilità di un ritorno anticipato alle urne, le forze di opposizione iniziano ad organizzarsi. E se il Movimento 5 Stelle deve superare le divisioni che vedono contrapposti il consigliere comunale Federico Castelletto da un lato e i ‘puristi’ capitanati da Francesca Facchin dall’altro, nel centrodestra si cerca di ritrovare l’intesa persa da tempo, e che ha portato lo scorso anno i suoi esponenti a dividersi in tre anime, sostenendo chi Loris Bisighin, chi Paolo Longhi e chi addirittura un ex del PD come Casari.

Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia da tempo marciano uniti, e si susseguono prove di dialogo con gli ex longhiani, rappresentati in consiglio da Roberto Danieli (CentroDestra Legnago) e Luca Gardinale (della civica di Longhi). Più difficile, invece, una ricucitura con l’area legata a Flavio Tosi, essendo fresca la rottura e le conseguenti polemiche. Non di meno, i rappresentanti locali di ‘Fare!’, con in prima linea Luca De Gani e Paolo Castagna, auspicano una ricostruzione del centrodestra e l’utilizzo dello strumento delle primarie per l’individuazione del candidato sindaco. Un nome che gira insistentemente, in tal senso, è proprio quello di Longhi, che non perde occasione per smentire un suo nuovo tentativo di tentare la corsa alla massima carica cittadina. Non di meno, la sua presenza, tra il pubblico, sia lunedì sia ieri sera, non ha fatto altro che alimentare l’ipotesi di un suo lavoro sottotraccia per tornare alla ribalta nell’agone politico. (F.Z.)

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