«L’Europa ci entra in casa quotidianamente con le sue regole, considerare Bruxelles lontana e astratta è nocivo per i nostri territori». Lo afferma Paolo Borchia, europarlamentare veronese della Lega, raccontando i retroscena de “la cumbre de Madrid”, il vertice internazionale del centrodestra europeo, organizzato lo scorso weekend nella capitale spagnola, nel quale ha rappresentato il Carroccio. Borchia, presente a fianco, tra gli altri, del primo ministro ungherese, Viktor Orbán, del presidente del consiglio polacco, Mateusz Morawiecki, e della leader del Rassemblement National francese, Marine Le Pen, ha incentrato il suo intervento sui temi dell’economia, della cultura, dell’identità con un taglio molto territoriale.
«La Lega è in prima linea per un centrodestra europeo alternativo e più concreto di quello attuale, che si metta a disposizione della gente, che sia in grado di risolvere i problemi di persone e imprese – dice l’europarlamentare -. Pensiamo a quanto pesano sulle bollette gli errori commessi dall’Europa su clima ed energia; o ai rischi paventati dalla prima bozza della direttiva sulle prestazioni energetiche, che avrebbe potuto minare la libertà di vendere o affittare edifici non performanti. L’appuntamento di Madrid ha permesso di mettere sul tavolo la disponibilità della Lega a collaborare su politiche industriali, crisi energetica, pressioni migratorie, difficoltà delle nostre imprese e calo demografico: sono questioni che vanno affrontate subito e con un approccio comune. E il messaggio principale è stato l’invito a concentrarsi su quello che unisce i partiti presenti, piuttosto che sulle differenze».