Il sindaco Guarise perde i suoi uomini e va in minoranza in consiglio sul tempio della cremazione. Capitolo definitivamente chiuso: l’opera proposta dalla Guerrato Spa di Rovigo non sorgerà a Minerbe. E l’opposizione attacca: l’amministrazione è ormai al tramonto. Forti tensioni all’interno della maggioranza nel consiglio comunale di ieri sera, mercoledì 24 giugno, in sala civica a Minerbe.
Una mozione dal titolo “Ipotesi costruzione impianto crematorio in adiacenza al cimitero” a firma Guarise-Ronchin è stata sottoposta alla discussione dell’aula, riaccendendo un dibattito fortemente sentito in paese che aveva creato forti mal di pancia non solo tra i cittadini, ma anche all’interno dell’amministrazione, come anticipato qualche settimana fa da Primo Giornale.
Grandi assenti della serata il vicesindaco Maurizio Grigolo e i consiglieri d’opposizione della Lega Nord Federico Chiavegato e Andrea Girardi. Dopo il discorso iniziale di Guarise, che ha illustrato i vantaggi dell’opera e ha smontato una per una dal punto di vista scientifico le accuse mosse da alcuni volantini anonimi (odori acri e inquinamento dell’aria), si è passati alle intenzioni di voto. Contrari all’opera l’assessore Luigi Bertoldi e i consiglieri Sandro Bellini e Giovanni Cortese. «Andrebbe a ledere la sensibilità di molti cittadini», hanno ribadito i tre. Si sono opposti al tempio della cremazione anche Roberto Coppiello, da tempo ai margini della maggioranza, e i consiglieri d’opposizione di Buon Governo per Minerbe, Giovanni Pesenato e Angelo Serinolli. Favorevoli alla mozione solo il primo cittadino, l’assessore Emanuela Ronchin, i consiglieri Luigi Rossi e Stefano Guarise.
Il voto finisce 6 a 4 e per la prima volta il sindaco viene battuto in consiglio comunale, a causa del voto contrario di alcuni suoi uomini. Non sono mancate le reciproche accuse: una su tutte quella del consigliere di maggioranza Rossi, che, tra le risate generali, ha puntato il dito contro l’assessore Bertoldi, reo di aver redatto i volantini di protesta. Insomma, Guarise sapeva in partenza di non avere i numeri, ma ha voluto ugualmente sottoporsi al giudizio dell’aula, con un esito tutt’altro che esaltante.
Clamoroso autogol? «Assolutamente no – spiega il primo cittadino – sapevo già che in maggioranza c’erano opinioni diverse. Tuttavia volevo che i miei consiglieri si assumessero le proprie responsabilità di fronte ai cittadini». M.B.