«Gli investimenti di operai al lavoro su cantieri stradali non sono rari. Nel 2015 e ancora nel 2017 e nel 2020 la Transpolesana è stata macchiata di sangue più volte».
A ricordarlo, dopo l’incidente mortale di questa mattina costato la vita ad un 42enne di Oppeano, Matteo Tambalo, investito mentre tagliava l’erba in un’aiuola di un distributore sulla Transpolesana all’altezza di Isola Rizza, è Raffaello Fasoli, segretario della Cgil-Camera del Lavoro di Verona.
«Infortuni sul lavoro in cantieri di lavoro o infortuni in itinere che ci raccontano di tragedie sempre uguali a se stesse, che hanno a che fare con strade stipate di auto e mezzi commerciali; sottovalutazione dei rischio; mancato rispetto del codice della strada, ritmi frenetici, carenze strutturali delle infrastrutture. Una situazione a cui insieme, istituzioni, imprese, sindacati, dobbiamo riuscire a mettere mano – spiega Fasoli -. Secondo i dati ufficiali dell’Inail aggiornati al 30 giugno 2022, Verona conta circa un quarto delle denunce di infortunio mortale di tutto il Veneto: 11 nel 2021 a fronte di 40 denunce a livello regionale e altre 11 nel 2022, a fronte di un totale di 47 denunce a livello regionale».
Quest’anno nel veronese la tragica statistica ha conosciuto una drammatica accelerazione proprio nel mese di giugno, con 3 infortuni mortali nel giro di poco più di 24 ore. Altri casi di ribaltamento del trattore, cadute dall’alto, lavoratori schiacciati da carichi. Ed ora quest’altro caso di un lavoratore travolto al bordo di una trafficatissima superstrada. Alla stessa data del 30 giugno risultano a quota 11 infortuni mortali anche Venezia e Vicenza.
«È vero che ogni infortunio fa storia a sé, ma questi numeri indicano chiaramente l’esistenza di un problema “di sistema”, in Veneto in generale, e a Verona in modo particolare. Non sono tutte tragiche fatalità. Le dinamiche sono infatti ricorrenti: cadute dall’alto, schiacciamenti, ribaltamenti, investimenti. Se vogliamo fermare queste stragi occorre che ciascuno di noi (istituzioni, associazioni di categoria, imprese, sindacati, lavoratori) faccia la propria parte costantemente, sempre e fino in fondo, in termini di prevenzione e di diffusione della cultura della sicurezza, che deve partire fin dalle scuole – conclude il sindacalista -. La frammentazione del sistema produttivo, particolarmente evidente nel settore agricolo e terziario dei servizi, richiede a tutti uno sforzo supplementare per creare cantieri e luoghi di lavoro sicuri. Una attitudine che, come messo in rilievo anche negli ultimi incontri in Prefettura di Verona, non può che partire dall’educazione nelle scuole. E poi naturalmente ci vogliono i controlli».