È in atto dall’alba di questa mattina in tutto il Veronese un’operazione della Direzione distrettuale Antimafia di Bologna sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel territorio scaligero, emerse dagli sviluppi dell’inchiesta “Aemilia”, che ha visto una prima udienza preliminare in Tribunale con 240 imputati di associazione mafiosa, riciclaggio e intestazione fittizia di beni.
Il nuovo sequestro di beni è sempre a carico dei fratelli imprenditori modenesi di origine calabrese Palmo e Giuseppe Vertinelli, coinvolti appunto nel processo “Aemilia” ed attualmente in carcere. I due fratelli erano stati arrestati a fine gennaio quando scattò la prima ondata di misure, poi liberati dal tribunale del Riesame, e nuovamente sottoposti a custodia cautelare in carcere il 3 settembre, su ordinanza del Gip.
La nuova misura di prevenzione patrimoniale ha interessato la società ‘Sime Srl’ di Sant’Ambrogio di Valpolicella, altre 11 aziende, 71 immobili, 22 autoveicoli e diversi rapporti bancari e finanziari. Dalle indagini sarebbe emerso il rapporto funzionale tra il boss Nicolino Grande Aracri e gli imprenditori, asserviti al programma di affari della Cosca e ai suoi obiettivi di infiltrazione nel sistema economico emiliano, calabrese, veneto e con propaggini in Val D’Aosta. Sono quindi state individuate le ricchezze accumulate attraverso prestanome, con meccanismi di intestazione fittizia e titolarità occulta, per reimpiegare i capitali accumulati dall’associazione camorristica, o direttamente riconducibili allo stesso Grande Aracri.