Si profila un’annata fortemente negativa per l’olio di oliva extravergine del Veneto, che andrà a uguagliare il disastroso 2019 che segnò una perdita di prodotto di oltre il 90 per cento. A dirlo, oggi, per Confagricoltura sono Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto, e la presidente del settore a Verona, Alessandra di Canossa.
«L’annata olearia 2021-2022 si profila con una produzione sostanzialmente azzerata – sottolinea Granata -. Le gelate dei primi giorni di aprile hanno provocato una fioritura ritardata, slittata al mese di giugno che è stato estremamente caldo e secco. A questo si sono aggiunte le grandinate estive, che hanno ulteriormente compromesso la produzione. I produttori delle zone interessate auspicano un intervento delle Regioni a tutela di una produzione che, specialmente in questi ultimi anni, a fronte di una qualità molto alta raggiunta dall’olivicoltura veneta, subisce ingenti danni».
«È la seconda volta in tre anni che incassiamo un mancato raccolto – dice di Canossa, presidente di settore di Verona, provincia in cui si concentra la maggior parte degli oliveti (3.565 ettari su 5.142), indicando come i cambiamenti climatici siano alla radice dell’infausto andamento -. Una situazione che non trova motivazione nella fisiologica alternanza di produzione che caratterizza l’olivo. I mutamenti del clima, che stanno pesantemente condizionando l’agricoltura, sono senz’altro tra i responsabili di queste annate disastrose, cui concorrono le nuove fitopatie dell’olivo, in larga parte causate da insetti come la cimice asiatica».
Dopo un 2018 eccellente, coronato da un’abbondante produzione (220.000 quintali di olive in Veneto), nel 2019 le piante furono colpite dalle gelate nel pieno della fioritura e subirono altri danni a causa della mosca olearia e della cimice asiatica, con produzione quasi azzerata. L’anno scorso l’annata è stata buona, con raccolto quasi ai livelli del 2018 e rese produttive aumentate del 555 per cento rispetto all’anno precedente. In Veneto il 70% degli investimenti rimane localizzato a Verona, seguita da Vicenza, Treviso e Padova.