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29 Settembre 2023
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Oppeano, 50 pensionati coinvolti nel progetto “invecchiamento attivo” della Fattoria Margherita

C’è Giovani che “parla” alle api, Arnaldo che insegna l’arte del lavorare il legno, Giuseppe che spiega le piante officinali, Carla che racconta le filastrocche delle nonne, Mario che fa il cuoco. Sono una cinquantina i pensionati veronesi che tra il 2020 e questi primi sei mesi del 2021 ancora profondamente segnati dal Covid hanno superato paure e solitudine, riscoprendo la voglia di rimettersi in gioco insegnando le proprie competenze, apprese durante una vita intera, a persone in difficoltà ospitate nella “Fattoria Margherita” di Oppeano. Ma anche alle scuole in visita alla Fattoria Didattica od ai bambini del Grest organizzato nella stessa fattoria.

Un progetto sull’invecchiamento attivo, denominato “Maestri darte: il sapere per il saper fare”, approvato e cofinanziato per il 70% dalla Regione Veneto (importo del progetto 30 mila euro), i cui risultati sono stati presentati oggi nella sede della fattoria, che fa parte della cooperativa La Mano 2, associata a Cia-Agricoltori Italiani Verona e iscritta nell’elenco regionale delle fattorie sociali della Regione. Un punto di arrivo che è però anche un grande stimolo di ripartenza: infatti, da quest’esperienza è nata l’associazione Amici della Fattoria Margherita che si propone di continuare questo percorso sull’invecchiamento attivo, sviluppandolo anche ad altri Comuni e coinvolgendo nuove realtà del sociale.

Tra i partner dell’iniziativa, ideata dall coop La Mano2, vi sono all’Associazione nazionale pensionati (Anp) della Cia, anche la Comunità Emmaus Aselogna, la Cooperativa Gav, i Comuni di Zevio e Oppeano, la cooperativa La Ginestra, la fondazione Più di un Sogno, l’associazione Avo e la cooperativa Insieme.

«L’iniziativa, partita nel febbraio 2020 nonostante le difficoltà legate alla pandemia e conclusa a luglio, ha coinvolto 50 pensionati di età compresa tra i 65 e gli 80 anni dei Comuni di Oppeano e Zevio – spiega Arianna Cesari, presidente della Fattoria Margherita e della cooperativa La Mano 2 -. Gli anziani si sono messi in gioco a 360 gradi: dalla filiera delle erbe officinali alla cucina degli alimenti, dalla lavorazione dei materiali come il legno al racconto delle tradizioni, alla pittura e altre attività ricreative. Siamo rimasti sorpresi e ammirati dalle loro molteplici e preziose competenze. Utilizzarle in un ambito sociale come il nostro è un’opportunità unica per tutti. Ora, la scommessa, visti i risultati, è far diventare questo progetto una buona pratica per proseguirlo e svilupparlo».

»Con questa iniziativa abbiamo avuto modo di realizzare qualcosa di valido, che potrà essere riproposto in altri ambiti – aggiunge Laura Ferrin, presidente provinciale dei pensionati della Cia -. Spesso si parla di anziani come di una una risorsa ma spesso è solo uno slogan. Con questo progetto abbiamo dimostrato che è vero. C’è stata una trasmissione di saperi enorme, una costruzione di relazioni, uno scambio reciproco. C’è bisogno di replicare e portare avanti un progetto come questo, che ci ha portato a recuperare risorse e cultura del fare le cose, riscoprendo certi valori del lavoro manuale e della tradizione culturale. I partecipanti sono stati soddisfatti e sono disponibili a continuare, perché è importante che la trasmissione del sapere, proposta anche ai bambini del grest, non vada dispersa».

«All’inizio eravamo guardinghi e un po’ scettici – confessato Piermario Pompole, ora nominato presidente dell’associazione Amici di Fattoria Margherita -. Poi quest’esperienza ha finito per creare un solido gruppo tra noi e farà da traino nel coinvolgere altri anziani nelle attività solidali della cooperativa. Devo dire che chi vi ha partecipato è “ringiovanito”, tanti hanno ritrovato fiducia nelle loro abilità di persone, ed insegnare agli altri ed al contempo imparare dagli altri, è un’esperienza bellissima. Inoltre, durante il lockdown, grazie all’idea di fare i corsi online, di metterli su youtube o addirittura di predisporre delle chiavette per poterle consegnare a chi non aveva collegamento internet, quest’iniziativa ha permesso a tanti pensionati di non sentirsi soli, abbandonati. E questo è stato veramente importante».

Con le prime aperture, la Fattoria Margherita ha messo a disposizione i suoi ampi spazi per permettere ai partecipanti di ritrovarsi in sicurezza. E nessuno dei 50 anziani è stato contagiato.

«Il nostro è stato uno dei due progetti sull’invecchiamento attivo proposti da privati cofinanziati dalla Regione, gli altri sono tutti di realtà pubbliche. La Regione Veneto ha fatto una scelta oculata premiando i progetti con forte carica innovativa e, soprattutto, replicabili. Che possano andare avanti da soli – conclude la presidente Cesari -. Per questo abbiamo in questi giorni costituito un’associazione di volontariato che ora svilupperà anche al di fuori e verso altri il progetto, a partire già dalle prossime settimane coinvolgendo, Covid permettendo, le scuole del territorio. Permettendo a persone che sono tuttora nel pieno delle loro capacità di essere utili agli altri e di sentirsi attivi, preservando anche quel patrimonio di conoscenze che non deve andare perduto. Per esempio tutta quella capacità manuale che non fa riferimento al mondo informatico, come aggiustare un motore di un trattori degli anni ’70».

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