Domani sera a Valgatara di Marano l’appuntamento con la “Pastasciutta antifascista” in Valpolicella. Un evento che è diventato da anni un momento irrinunciabile di memoria collettiva. Che si ripeterà lunedì 24 luglio dalle 19,30 in via Ghetto a Valtara, frazione di Marano di Valpolicella, in coincidenza con tante altre piazze d’Italia che celebrano la “Pastasciutta antifascista” nel ricordo del sacrificio dei sette fratelli Cervi, uccisi dai Repubblichini fascisti.
I Cervi, alla notizia della caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, per festeggiare la fine della guerra e della dittatura fascista, decisero con il padre Alcide e la madre Genoveffa, assieme ad altre famiglie, di offrire a tutti nella piazza del loro paese, Campegine, in provincia di Reggio Emilia, una pastasciutta per celebrare, come disse papà Cervi, «il più bel funerale del Fascismo».
La Liberazione verrà solo 20 mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze. Quel 25 luglio, però, alla notizia che il Duce era stato arrestato, c’era solo la voglia di festeggiare. Qualche mese dopo Mussolini sarebbe ritornato a capo della Repubblica di Salò e qualche mese dopo ancora i sette fratelli Cervi sarebbero stati uccisi dai fucili dei fascisti repubblichini.
Ogni anno a Casa Cervi, a Gattatico (Re), oggi sede del museo dedicato alla storia di questa famiglia esemplare, si rivive la festa. La famiglia Cervi, una famiglia di contadini all’avanguardia, è la rappresentazione più alta di ciò che significa passione, partecipazione, solidarietà, rispetto umano, impegno per la giustizia, la libertà e la democrazia. Oggi più che mai c’è bisogno di recuperare “questo umanesimo di razza contadina” ed anche da San Giorgio, in rete con l’Istituto Cervi, e altre 24 località Italiane, partirò un abbraccio simbolico per condividere gli ideali di questa festa, perché senza memoria non c’è futuro e senza condivisione non c’è rispetto civile.
Il programma prevede dalle 19,30 la pastasciutta antifascista e a seguire musica e canti resistenti con i “R’ossi da Brodo”.