Sono state definite ieri, giovedì 26 maggio, le azioni sanitarie sulla popolazione del territorio interessato dall’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas) durante la riunione, a Vnezia, dello specifico Comitato istituito dalla Regione e composto dai tecnici regionali della sanità, dell’ambiente e dell’agricoltura, convocato per fare il punto della situazione e valutare le iniziative predisposte per la sorveglianza sanitaria sugli abitanti delle zone coinvolte.
Nel corso della riunione, presenziata dagli assessori regionali all’ambiente e alla sanità sono stati definiti i particolari del monitoraggio ambientale in corso e di quello sanitario, che coinvolgerà una popolazione di 109.029 abitanti. Per quanto concerne gli aspetti ambientali, l’Arpav sta effettuando controlli senza soluzione di continuità. Tutto il territorio veneto è stato valutato e suddiviso in diverse aree a seconda della presenza o meno e dell’entità degli inquinanti rilevati. I prelievi, già oltre 5 mila, proseguiranno in tutti i territori dove è emersa in qualsiasi quantità, anche minima (“sotto soglia”) la presenza di queste sostanze.
Complessa la macchina dei controlli sanitari, che dovranno durare una decina d’anni per verificare nel tempo gli eventuali effetti sulla salute e farne una valutazione epidemiologica, costeranno oltre 100 milioni di euro l’anno, e verranno effettuati sui tutti i residenti dell’area “di massima esposizione” (area rossa nella tabella allegata), delineata nei Comuni di Albaredo d’Adige, Alonte, Arcole, Asigliano Veneto, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Brendola, Cologna Veneta, Legnago, Lonigo, Minerbe, Montagnana, Noventa Vicentina, Poiana Maggiore, Pressana, Roveredo di Guà, Sarego, Terrazzo, Veronella, e Zimella, per un totale di 109.029 persone.