«Un approccio per nulla scientifico, ammantato di propaganda, buono solo per procurare allarmi del tutto ingiustificati». È arrivata subito la replica dell’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, Veneto all’allarme lanciato oggi da Greenpeace, che sostiene che 800 mila veneti sarebbero a rischio di aver assunto Pfas. «Sin dal primo giorno la Regione ha fatto tutto quanto era nelle sue possibilità, sia sul piano ambientale che sanitario – dice Coletto -. Dal punto di vista della salute stiamo lavorando con le massime autorità scientifiche nazionali, come il Ministero della Salute, e l’Istituto Superiore di Sanità, e internazionali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità. La scienza fa la differenza. Se Greenpeace non lo sa, s’informi e la smetta di giocare con le paure della gente».
«La Regione, il Ministero, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Oms – aggiunge l’assessore regionale – ne sanno più di loro e, per affrontare il problema non hanno certo bisogno di sedicenti campagne di rilevazione, condotte non si sa con quali criteri e su un campione infinitesimale».
«Gli acquedotti – ricorda l’assessore – sono stati messi in sicurezza appena venuti a conoscenza della situazione; sono in corso e quasi conclusi i monitoraggi sugli alimenti; è partita una vasta campagna di screening sulla popolazione certamente interessata da valori alti residente nella cosiddetta zona rossa; è già stato compiuto uno studio scientifico approfondito da parte del Registro Tumori che ha escluso al momento un effetto dei Pfas sull’incidenza delle neoplasie. Investiremo decine di milioni nei prossimi anni per proseguire nel monitoraggio delle persone e curare quelle che dovessero presentare effetti negativi sulla salute. Noi lavoriamo sodo e in silenzio – conclude Coletto –. Greenpeace la smetta di urlare in maniera così scomposta».