«Il peggioramento della qualità del servizio reso da Poste italiane, inclusa la chiusura di numerosi uffici postali anche in Veneto alla base dell’agitazione sindacale proclamata in Veneto per il prossimo mese di agosto, è la conseguenza inevitabile della trasformazione in atto di Poste Spa da fornitore del servizio universale, a servizio di tutti i cittadini, a gruppo bancario, molto più interessato al settore assicurativo, alle carte di credito e alla telefonia mobile piuttosto che alla sua tradizionale missione», commenta l’onorevole dei CinqueStelle veneta, Arianna Spessotto.
«Da mesi il M5S sta ribadendo la sua contrarietà a un processo di privatizzazione che, è evidente, non ha come unico scopo quello sbandierato dal Governo di “fare cassa” per sanare un debito pubblico ormai insanabile, dal momento che la società Poste Italiane risulta in consistente attivo di bilancio da oltre un decennio e, com’è stato anche ribadito anche in sede di audizione in commissione trasporti, poste e telecomunicazioni di cui faccio parte, questa operazione per lo Stato risulta essere del tutto antieconomica -accusa l’onorevole -. Infatti, non contento della perdita di 157 milioni di euro di dividendi registrata con la prima fase di privatizzazione, il Governo spinge ora per una seconda fase che provocherà la perdita di ulteriori 500 milioni di euro l’anno».
«Con questa scellerata operazione antieconomica, il Governo ha così creato tutte le premesse per il dissesto del Gruppo Poste italiane, che avrà le sue gravi ripercussioni anche sui livelli occupazionali. A farne le spese saranno infatti i lavoratori di Poste: mentre parenti illustri, come il fratello del ministro dell’Interno Alfano, vengono assunti in azienda con stipendi da oltre 160 mila euro l’anno, si continuerà a tagliare sui posti di lavoro e sui servizi essenziali per i cittadini – va giù dura Spessotto -. E il ministro Padoan, audito in Commissione la scorsa settimana, ha avuto il coraggio di dire che tutto va bene, arrivando perfino a negare il conflitto di interesse di Cassa Depositi e Prestiti che è sotto gli occhi di tutti».
«Per questi motivi, come già ribadito in Commissione, chiediamo che sia fermata subito la privatizzazione di Poste Italiane che si sta configurando come una vera e propria svendita del patrimonio dei cittadini e del servizio pubblico, a esclusivo vantaggio della regola del profitto di pochi», conclude il deputato 5 Stelle.